Le band punk delle Pussy Riot sfida Putin e dichiara di essere pronta a entrare in politica. «Il regime è debole, entreremo alla Duma».
Dopo quasi due anni di carcere e una grazia, concessa dal loro nemico, Vladimir Putin, le Pussy Riot non rinunciano a sfidare il potere in Russia.
Si dicono pronte a scendere in campo per battere Putin sul suo terreno di gioco, quello della politica.
Nadeschda Tolokonnikova e Marija Aljochina durante una recente conferenza stampa in Germania hanno affermato che «ne vale la pena», e supportate dal nipote di Nelson Mandela, hanno dichiarato che con la loro celebre esibizione in una chiesa ortodossa non intendevano offendere la sensibilità dei credenti, ma denunciare un sistema corrotto.