La crisi che ha colpito il mondo ha avuto gravissime ripercussioni sul lavoro, soprattutto per i giovani. I dati che arrivano, mostrano come i giovani italiani sono ormai orientati al lavoro autonomo. Sono ben il 15% sotto la soglia di 40 anni, quelli che hanno scelto questa strada, superando anche nazioni come Germania e Francia, che arrivano appena al 5%.
Nasce quindi la figura di own account workers, mentre i settori maggiormente scelti per mettersi in proprio sono: ristorazione al primo posto, seguita poi da servizi di noleggio e di consulenza per imprese, nel comparto informatico, nella comunicazione e nel settore finanziario – assicurativo.
In Italia, però, si sta espandendo a macchia d’olio anche un altro fenomeno, che è quello del co-working. Si tratta, nello specifico, di lavorare in un contesto sociale, andando a dividere le spese e i costi fissi dell’attività. Un’ottima intuizione che consente di tagliare i costi di gestione, e di mettere insieme più professionalità che fanno lo stesso lavoro.
Infatti, il co-working non si limita solo all’aspetto economico, ma consente anche di mettere insieme più persone accomunate dalla stessa passione per il lavoro che svolgono. Che si tratta della nuova frontiera del lavoro, visto il tempo di crisi? Staremo a vedere.