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Esce nelle migliori librerie La fine del comunismo in Europa: regimi e dissidenze, 1956-1989. L’opera è curata da Tito Forcellese, Giovanni Franchi e Antonio Macchia.
Il libro affronta l’analisi del comunismo in Europa, il suo declino nella seconda metà del Novecento e le opposizioni interne ai diversi Paesi ex comunisti.
Diversi esperti, storici e studiosi di politica hanno analizzato l’argomento e dato un forte aiuto per comporre l’opera. Viene affrontato anche il rapporto fra Stato e Chiesa durante il comunismo in Europa.
In occasione dei venticinque anni dalla caduta del muro di Berlino (l’anniversario cadeva nel 2014) il professor Forcellese ha spiegato che il libro affronta tematiche come il dibattito politico e scientifico sull’ideologia, i sistemi politici e le istituzioni comuniste, per cercare di capire come le dissidenze abbiano contribuito alla caduta dell’utopia più tragica e seducente del secolo scorso.
Il comunismo in Europa, soprattutto nell’Europa dell’est, ha avuto inizio con le teorie di Karl Marx. Lo scienziato della politica, filosofo del diritto e delle istituzioni, teorizzò il comunismo che fu poi applicato dall’Unione Sovietica partire dalla Rivoluzione d’Ottobre del 1917 in poi.
Il comunismo in Europa è durato circa settant’anni, fino al 1989, quando ci fu la caduta del Muro di Berlino. Fino ad allora tale muro aveva diviso in due la capitale tedesca, dividendo anche la stessa Germania in Germania Est e Germnaia Ovest.
La nascita dl comunismo in Europa diede vita alla Guerra Fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica. Molti furono tuttavia i politici, soprattutto americani , ma anche russi, che cercarono la via della distensione e si opposero al comunismo sfrenato per cercare un dialogo tra i due Paesi e tra le due ideologie che dividevano l’Europe (e il mondo) in due. Nel 1989 finalmente le parole divennero fatti e il muro di Berlino fu abbattuto definitivamente. Nacque cosi la Comunità di Stati Indipendenti.
