Da quando, nel 2014, l’Unione Eurpea ha deciso di far guerra all’ISIS, sono cominciati, in Europa, una serie di attentati che stanno preoccupando non poco l’opinione pubblica del vecchio continente.
24 maggio 2014, a Bruxelles muoiono quattro persone nel museo ebraico; 7 gennaio 2015, a Parigi vengono uccise 12 persone vicino alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo; 14 luglio 2016, a Nizza un attentatore provoca la morte di 84 persone sulla Promenade des Anglais; 22 luglio 2016, a Monaco di Baviera un ragazzo tedesco-iraniano uccide nove persone in un centro commerciale.
Queste stragi potrebbero essere facilmente legate allo Stato Islamico, ma in realtà, nella maggior parte dei casi, si tratta di killer isolati che decidono, in proprio, di commettere sporadici attentati. Una sorta di “ISIS fai da te” in cui, tra l’altro, lo Stato Islamico si arroga il merito, definendo costoro “soldati del’ISIS”.
Ma perchè succede tutto ciò? Perchè una persona dovrebbe decidere di suicidarsi in nome dell’ISIS in modo deliberato?
La risposta potrebbe risiedere in una sorta di “plagiarismo” attuato negli ultimi ani dallo Stato Islamico, una specie di induzione psicologica a commettere attentati mischiando disagi personali con presunti richiami alla fedeltà. La verità è forse che si sta perdendo il controllo, nel senso che diversi individui decidono, senza richiesta, di agire da soli.
Ma poniamo la domanda più nello specifico: cosa spinge un ragazzo diciottenne a premere il grilletto? E un ragazzo 31enne? Forse qui siamo di fronte ad una pazzia collettiva o ad un’ esaltazione dell’ideologia?
Bisognerebbe porre l’attenzione sul fatto che la guerra contro l’ISIS non si sta combattendo solo in Siria e in Iraq, ma anche in Europa. Che le vittime della propaganda ideologica dello Stato Islamico non sono solo in Medio Oriente, ma anche in Europa. Che forse bisognerebbe davvero cercare di mettere fine al conflitto contro l’ISIS, prima che faccia altre vittime, non solo laddove si combatte la guerra, ma anche qui in Europa, dove sempre più individui decidono deliberatamente di diventare vittime sacrificali in virtù di schemi politico-ideologici non creati da loro e con i quali forse non hanno niente a che fare.