A Dallas (Texas) continuano le indagini del dipartimento di polizia. Si delineano meglio i contorni della strage. Secondo le autorità il killer, il veterano Micah Johnson, ha agito da solo, uccidendo cinque agenti di polizia per “punirli” per l’uccisione di due afroamericani nei giorni scorsi.
L’arma usata sarebbe un fucile d’assalto AR-15 , lo stesso modello di arma usata ad Orlando (Florida). Johnson avrebbe ucciso cinque agenti di polizia di Dallas al termine di un corteo pacifico in cui gli stessi agenti hanno sfilato.
Si è trattato di una punizione per aver ucciso due afroamericani: Alton Sterling in Louisiana e Philandro Castile in Minnesota. Un gesto dettato dall’odio per la polizia e per la razza bianca, in un Paese in cui la guerra tra razze sembra non avere mai fine.
Il presidente Barack Obama , dopo essere stato informato in Polonia, dove era per una visita di stato, ha anticipato il ritorno negli Stati Uniti: sarà a Washington entro domani sera e nei prossimi giorni andrà a Dallas.
Intanto nella capitale del Texas la gente piange i suoi morti e si preoccupa per quella che sembra una “nuova estate di sangue”. La strage costituisce la più alta perdita di agenti dopo la tragedia dell’11 settembre 2001.
Micah Johnson è stato ucciso nel corso della sparatoria a Dealey Plaza, nei pressi del luogo dove fu ucciso nel 1963 il presidente John Fitzgerald Kennedy. Dopo ore di indagini si è arrivati a capire che il killer era uno solo, ma “con la sua morte la città è più sicura” ha affermato il sindaco di Dallas, Mike Rawlings.
La strage arriva in un delicato momento di campagna elettorale per i due candidati Hillary Clinton e Donald Trump. La Clinton ha affermato che bisogna ammettere la presenza in America di un certo risentimento razziale, ma comunque non bisogna buttare benzina sulle polemiche. Intanto negli Stati Uniti continuano le manifestazioni a sfondo razziale.