Allarmismi e populismi sull’immigrazione non reggono, almeno in Italia e leggendo attentamente i dati UNHCR sulla presenza di richiedenti asilo/rifugiati nell’Ue.
La tanto sbandierata invasione paventata da alcune forze politiche di centro destra o di estrema destra non tiene probabilmente conto dei dati, in netta controtendenza, rielaborati dal sito LINKiesta.it e che si riferiscono, tra l’altro, al numero di rifugiati e richiedenti asilo in ogni Paese ospitante.
In questa speciale classifica basata sui dati Ue, il paese con la più alta presenza di cosiddetti immigrati (quello che risulterebbero più “invaso” secondo le retoriche populistiche di marca nazionalistica) è la Francia.
I numeri del Paese transalpino: 55.862 richiedenti asilo e 252.264 rifugiati. Segue dopo la Francia l’altro grande Paese meta dell’immigrazione dall’Africa e dal Medio Oriente: la Germania. Qui però i dati sono diametralmente opposti, anche se l’emergenza umanitaria resta ugualmente.
I dati della Germania: 226.191 richiedenti asilo e 216.793 rifugiati. Una pressione di oltre 400.000 persone in attesa di asilo politico oppure scampati a guerre e carestie nel loro Paese d’origine.
Il fenomeno immigrazione, una delle sfide del prossimo secolo secondo le stime di molti geografi della popolazione, si fa sentire anche nel Regno Unito: 36.383 richiedenti asilo e ben 117.161 rifugiati.
E l’Italia? In questa classifica il Bel Paese è di parecchio indietro. I numeri sono chiari: 45.749 richiedenti asilo e 93.715 rifugiati. Poco meno di 130.000 persone che si trovano spesso in Italia non come approdo definitivo, ma come tappa di transito verso il centro e nord-Europa (prima che le frontiere venissero bloccate).
Poco più dietro di noi ci sono paesi come l’Austria, la Grecia, la Danimarca e i Paesi Bassi. L’Italia sconta di fatto la posizione geografica di enclave europeo dentro al Mediterraneo, ma la situazione non è catastrofica come vuole far credere chi butta benzina sul fuoco per alimentare nuove tensioni sociali e accrescere il consenso elettorale. L’invasione, insomma, sembra una bolla gonfiata ad hoc.