Riforma scuola: non accennano a placarsi le polemiche dopo la votazione della fiducia al Senato sul ddl scuola, imposta dal governo Renzi giovedì pomeriggio.
Già dopo il passaggio a Palazzo Madama, il ministro dell’Interno Angelino Alfano esternava via Twitter la sua soddisfazione:
Ok riforma #scuola. Ok sostegno a paritarie, libertà educativa, no a teorie #gender. La forza e il coraggio di cambiare davvero #NuovaScuola
— Angelino Alfano (@angealfa) June 25, 2015
Un inequivocabile affossamento della scuola pubblica italiana, a tutto vantaggio di quella paritaria.
Inoltre, i rapporti tra i docenti e il Partito Democratico hanno ormai portato a un evidente punto di rottura. Gli strascichi di una decisione giudicata fortemente anticostituzionale e demagogica, funzionale soltanto ai numerosi spot elettorali pronunciati in questi mesi dal presidente del consiglio.
A suscitare scandalo le parole di Fabrizio Rondolino, ex spin doctor (o “esperto di comunicazione”, visto che siamo in Italia) di Massimo D’Alema: «Ma perché la polizia non riempie di botte sti insegnanti e libera il centro storico di Roma?»
Qui il tweet originale
Ma perché la polizia non riempie di botte sti insegnanti e libera il centro storico di Roma?
— Fabrizio Rondolino (@frondolino) June 25, 2015
Lo stesso Rondolino è stato poi contattato dalla redazione de “Il Fatto Quotidiano” che lo ha sollecitato a dare chiarimenti sulla sua frase: «è una provocazione – ha risposto Rondolino – ma la città non può essere ostaggio di ultragarantiti che lavorano poco e male».
Un’ulteriore tirata d’orecchie, arrivata per di più da un esperto di comunicazione: la beffa, oltre al danno di una riforma dannosa per tutta la scuola.
Questo il pensiero comune degli indignatissimi insegnanti, che in questi giorni stanno subendo un ulteriore affronto: le denunce, scattate da alcuni parlamentari del PD e rivolte contro alcuni docenti precari presenti in un’aula giovedì al momento della votazione.
Il sito Orizzontescuola.it riporta in particolare le parole di Rosa Sigillò, coordinatrice del MIDA Precari, che ha raccontato la “malaccoglienza” dei Senatori del PD «che ci hanno accolto invitandoci ad andarcene, con chiari gesti, ma alcuni dell’opposizione hanno fatto in modo di farci partecipare alla votazione della fiducia e abbiamo colto l’occasione di protestare, ma ad urlare e protestare erano anche le opposizioni».
Sigillò prosegue poi nel suo resoconto: «Fuori dal Senato siamo stati avvicinati dalla Polizia di Stato e ci ha detto che i Senatori del PD ci hanno denunciato per le proteste, perché il regolamento lo vieta».
Questo il “disturbo” arrecato ai lavori parlamentari dagli insegnanti:
Un’altra docente, Patrizia Compagnucci, ex iscritta al Partito Democratico, è stata denunciata dai suoi stessi ex compagni di partito.
Denunciare i docenti che protestano in aula è legittimo; portare cappi, bottiglie di champagne, mortadelle per festeggiare od osteggiare alcuni provvedimenti lo è altrettanto, secondo le istituzioni, anche se il regolamento lo vieta.
La battaglia sulla scuola pubblica però non è destinata a finire qui. Manca il voto alla Camera, ma ormai la legge passerà. Eppure gli insegnanti, dai precari alle GaE agli abilitati PAS e TFA, non hanno intenzione di fermarsi qui.