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Nell’anno di Expo, anche il MAXXI di Roma si prepara a parlare di cibo. Dal 29 maggio, e fino al 6 novembre, il museo capitolino ospiterà la mostra ‘FOOD dal cucchiaio al mondo’.
Un viaggio per scoprire come il cibo attraversa, cambia e influenza il corpo, la casa, le strade, le città, il paesaggio di tutto il mondo.
Un grande progetto che coinvolge circa 2.500 metri quadri di spazi espositivi messi a disposizione dal Museo delle Arti Del XXI secolo di via Guido Reni.
Il tema al centro dell’interessante iniziativa ricalca da vicino quello della tanto pubblicizzata kermesse milanese: “Sfida Fame Zero • Uniti per un mondo sostenibile”. Ogni anno infatti in tutto il mondo un terzo del cibo prodotto va sprecato o perso.
La mostra organizzata da Pippo Ciorra, insieme allo staff del MAXXI Architettura e del MAXXI Arte, vuole approfondire i temi architettonici legati a immagazzinamento, distribuzione, consumo e smaltimento del cibo e delle materie prime, stimolando il confronto con le questioni primarie dello spazio e del tempo che abitiamo.
Oltre 50 opere di diversi artisti e architetti che, in un percorso che si espande dalla dimensione del corpo umano fino a quella globale, dalla cucina alla casa, dalla città alla regione, al mondo, affrontano gli effetti globali politici, sociali, urbani, economici, che la produzione, la distribuzione, il consumo e lo smaltimento del cibo hanno sulle comunità e i territori.
La mostra è organizzata in sei sezioni: partendo dal corpo – e passando per la casa, la strada, la città, il paesaggio – si arriva al mondo, ovvero alle grandi questioni della geopolitica e degli assetti mondiali della produzione/distribuzione del cibo.
Insomma il cibo non è uno scherzo: ogni giorno le questioni legate ad alimentazione e nutrizione hanno un impatto sullo “spazio vitale” delle persone, a partire dall’ambito domestico fino a influenzare l’equilibrio del pianeta. Anche al MAXXI l’hanno capito e, nell’anno di Expo, parlare di cibo in modo intelligente può sensibilizzare anche al cambiamento di certe abitudini sbagliate di noi occidentali.
