La procura di Grosseto ha chiesto per l’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, naufragata la notte del 13 gennaio 2012 davanti all’isola del Giglio, nove anni per naufragio colposo, 14 anni per omicidio e lesioni colpose plurime, 3 anni per abbandono nave, 3 mesi per la mancata comunicazione alle autorità. In tutto 26 anni e 3 mesi per l’ex comandante della Costa Concordia.
A tutto questo occorre aggiungere anche interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale per la durata della pena ed inoltre anche l’arresto immediato in caso di condanna in primo grado.
Si tratta della richiesta di pena avanzata dalla procura di Grosseto nei confronti dell’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino.
Il pm ha parlato della pratica dell’inchino a meno di mezzo miglio dalla costa dell’isola, della velocità di 15 nodi ed inoltre dell’incauto abbandono della nave da parte di Schettino.
La tragedia ricordiamo che costò la vita a ben trentadue persone, a cui si sono aggiunti oltre 5 miliardi di euro di danni, senza dimenticare la pessima figura internazionale per abbandono della nave del comandante.
È stato ricordato anche l’ormia celebre “salga a bordo c…”, da parte del comandante della capitaneria di porto De Falco, che fece il giro del mondo.
Il pm Stefano Pizza ha dichiarato: “Dio abbia pietà di Schettino, perché noi non possiamo averne alcuna”.
Il pm Alessandro Leopizzi aveva inoltre sottolineato che le 32 vittime sono morte a causa della gestione vigliacca dell’emergenza, non invece per la collisione.
Il 5 e 6 febbraio prossimo la parola spetterà agli avvocati difensori dell’ex comandante Francesco Schettino, Donato Laino e Domenico Pepe, con la sentenza che è attesa intorno al 10 febbraio.
Francesco Schettino tramite i suoi legali fa sapere che non ha nessuna intenzione di scappare e di rimettersi alle decisioni della magistratura, dopo che il pm Maria Navarro ne aveva richiesto l’arresto. I primi di febbraio avrà inizio la seconda parte del processo.