I due fratelli sospettati della strage a Charlie Hebdo, in Francia, sarebbero stati individuati in una casa, in Picardia.
Si teme comunque un nuovo attacco, secondo quanto sostenuto da Michael Scheuer, ex agente della Cia che dava la caccia a Osama Bin Laden.
Secondo Scheuer il fatto che i terroristi abbiano agito mascherati e pianificato la propria fuga, significa che la loro missione non doveva concludersi con la strage di ieri.
Giornata di lutto nazionale in Francia, dove è stato osservato un minuto di silenzio. Tutte le bandiere rimarranno a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici per tre giorni.
Da ieri tantissime le persone nelle piazze in Belgio, in Olanda, in Canada ed in Lussemburgo per dimostrare la loro solidarietà.
Stasera a Parigi manifestazione alle ore 18 in Place de la Republique ed anche Roma, dove con matite in mano si renderà omaggio alle vittime.
Un migliaio in piazza Luxembourg a Bruxelles, ovvero davanti alla sede dell’Europarlamento.
Papa Francesco proprio questa mattina ha lanciato l’hastang ‘#PrayersForParis’, invitando a pregare per le famiglie dei defunti, mentre di tutto altro tono il post di Marine Le Pen, leader del Front National, che su Twitter ha scritto: “Voglio offrire ai francesi un referendum sulla pena di morte”.
Nella notte si era presentato alla polizia il più giovane dei tre ricercati per l’attacco al giornale, Amid Mourad, 18 anni, in quanto aveva visto il suo nome circolare su Internet. Agli inquirenti ha raccontato di essere stato a scuola al momento dell’attentato, una tesi confermata anche dai suoi compagni.
Dodici in tutto le vittime del massacro, tra cui due poliziotti, il direttore del giornale e 4 famosi vignettisti: Stéphane Charbonnier, 47 anni, disegnatore e direttore del giornale, Jean Cabut, 76 anni, Bernard Verlhac, 57 anni, Georges Wolinski, 80 anni e Bernard Maris, 68 anni, cronista di Charlie Hebdo.
Ieri migliaia le persone che hanno manifestato nella capitale francese, con una matita e con lo slogan “Je suis Charlie”.