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Numeri sempre più preoccupanti sullo stato di salute dell’economia del nostro paese. L’ultimo rapporto di Unioncamere riporta in realtà un primo dato positivo, ovvero il numero delle imprese cresciute di 16.500 unità nel terzo trimestre dell’anno, un +0,3 per cento rispetto ai tre mesi precedenti.
Il dato che più però preoccupa è il boom di fallimenti che hanno oltrepassato quota 10mila nei primi nove mesi dell’anno, ovvero il 19 per cento in più rispetto al 2013, quando i numeri erano già fortemente negativi.
È quanto risulta da Movimprese, una indagine realizzata da Infocamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio in Italia.
Un saldo positivo di oltre 16.500 unità dovuto a 73mila iscrizioni rispetto a 56.382 cessazioni.
Occorre comunque sottolineare che non si tratta nulla di entusiasmante, in quanto il tasso di crescita, come anticipato, è soltanto pari ad un +0,3 per cento.
Dal punto di vista territoriale, il risultato migliore in termini assoluti è quello del Lazio con 3.330 imprese in più nel periodo compreso tra i mesi di luglio e di settembre, seguito dalla Lombardia con 3.184 attività in più, mentre sul gradino più basso del podio si posiziona la Campania con un rialzo di 2.084 unità.
Un segnale di certo positivo, ma una crescita comunque risicata in termini assoluti, che associata al boom di fallimenti, mette ancora una volta in risalto la difficile situazione dell’economia del Belpaese.
