È stata una serata lunga e difficile, ma alla fine a notte inoltrata (era quasi l’una) il Governo ha incassato la fiducia dal Senato sul Jobs Act: con 165 voti favorevoli, 111 contrari e 2 astenuti (con una maggioranza richiesta di 140) il maxiemendamento redatto dal Governo sostituisce integralmente la legge delega sul lavoro.
La maggioranza ha votato compatta per la fiducia, anche i dissidenti all’interno del PD (solo Mineo e Casson non erano presenti in aula); hanno espresso il loro voto contrario gli esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà, Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Non è escluso che la minoranza PD si batta per la modifica del testo quando questo arriverà alla Camera.
La votazione è stata palese con appello nominale, ovvero ogni senatore ha espresso il suo voto a voce alta sfilando davanti al banco presidenziale. La seduta è stata interrotta più volte nell’arco della giornata: non sono mancate urla e risse, senatori in piedi sui banchi e c’è stato addirittura il lancio di un libro verso il Presidente Grasso.
Ma alla fine la minoranza non è riuscita a fermare il Jobs Act (profetico il Premier quando disse che avrebbe portato il risultato a casa), anche se ha raggiunto il mini-obiettivo di impedire che la fiducia arrivasse durante il vertice europeo di Milano presieduto da Renzi.
La fiducia era stata posta nel pomeriggio, annunciata dal ministro Boschi e accolta dagli esponenti del M5S con urla e proteste che hanno causato la prima sospensione. Ma anche più tardi i senatori pentastellati hanno proseguito con la loro rumorosa protesta e dopo un primo richiamo formale, Grasso ha espulso dall’Aula il capogruppo Pettruccelli.
Poco prima della sospensione il ministro Poletti aveva spiegato i contenuti del maxiemendamento, parlando dell’eliminazione del reintegro a seguito licenziamenti economici (sostituito da un indennizzo economico crescente con l’anzianità), mentre sarà mantenuto per i licenziamenti discriminatori e per i licenziamenti ingiustificati di natura disciplinare.
La riduzione della precarietà verrà raggiunta con il riordino dei contratti e la cancellazione dei co.co.pro; Poletti ha parlato anche del miliardo e mezzo stanziato dal Governo per finanziare i nuovi ammortizzatori sociali.