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Forza Italia: tensioni tra Berlusconi e Raffaele Fitto

Forza Italia: tensioni tra Berlusconi e Raffaele Fitto

Si è svolto a Palazzo Grazioli lufficio di presidenza di Forza Italia; al termine del suo discorso Berlusconi chiede di votare sulla sua relazione politica senza che prima venga aperto un dibattito: due soli i voti contrari, quelli di Capezzone e di Raffaele Fitto. Il primo ad esporsi è Romano (un “fittiano”) che comunica di non voler votare senza prima procedere con la discussione.

Poi prende la parola proprio Fitto, ma viene subito interrotto da Berlusconi, che gli chiede di tacere perchè con i suoi distinguo causa continue perdite di voto. Fitto prova a rispondere che la riduzione del consenso per Forza Italia in realtà è causata dalla linea non chiara ma viene nuovamente invitato a tacere dal leader del partito che afferma che le discussioni non vanno fatte in pubblico ma in privato.

L’ex ministro dice che vuole solo rispondere alle provocazioni, ma Berlusconi subito lo blocca ricordandogli che l’altro che in passato si era comportato come lui è stato cacciato via (il riferimento è a Fini) e lo invita a non costringerlo a mandarlo via e fondarsi il suo partito. Raffaele Fitto non ci sta, rifiuta il paragone con Fini (lui fece cadere il governo Berlusconi) e con Alfano e ribadisce di voler rimanere in Forza Italia perché è il suo partito.

Berlusconi replica dicendo che se FI è il suo partito deve smettere di fare le riunioni del suo gruppo e di fare dichiarazioni pubbliche (come la sua battaglia a favore delle primarie): da ora in poi nessuno potrà andare in TV senza il suo consenso; poi la battuta più infelice dell’ex premier che dice a Fitto di non poter capire perché figlio di un vecchio democristiano.

A quel punto Fitto rimane interdetto (che ha perso il padre quando aveva 18 anni per un incidente stradale) e Romano cerca di riportare la calma chiedendo un po’ di serenità. In serata Berlusconi ha provato a scusarsi con Fitto per la sua non voluta mancanza di rispetto.

Ma ormai la spaccatura all’interno del partito è netta: tutti negano la possibilità di una terza scissione dopo quelle di Fini e Alfano, ma continuano i contrasti tra Capezzone e Verdini e tra Romano e Romani. E pensare che nella sua relazione Berlusconi aveva fatto delle aperture verso coloro che accusano il partito di non fare opposizione ma di sostenere troppo il governo Renzi.

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