Un triste bilancio oggi per la città di Agrigento; una bimba muore a seguito dell’esplosione dei vulcanelli, mentre il fratello più grande risulta attualmente disperso. La tragedia sarebbe avvenuta a Macalube di Aragona, piccola riserva naturale nel cuore della Sicilia.
Il bambino disperso compiva oggi 9 anni. Con tutto l’entusiasmo che sanno mettere i più piccoli in questo genere di operazione, aveva strappato al padre il consenso per un giorno di vacanza da scuola, ed una visita al Macalube di Aragona, la riserva dei vulcanelli.
Per non fare disparità e per festeggiare tutti insieme il nono compleanno del bambino, il padre aveva deciso di portare con loro anche la sorellina più piccola. La famigliola avrebbe osservato da vicino il continuo ribollire dei vulcanelli; uno spettacolo meraviglioso, ma anche pericoloso.
Succede tutto velocemente; un boato, una pioggia di fango, cumuli di macerie. Sono esplosi dei vulcanelli. La bimba muore senza avere nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo. Del fratello non si hanno ancora notizie.
Il bambino potrebbe aver avuto lo stesso destino, o essersi salvato ma non essere in grado di comunicare. Per ironia della sorte, il padre, sempre attaccato ai piccoli, non riporta alcuna ferita. L’esplosione dei vulcanelli si verifica sporadicamente in queste aree.
Il punto in cui è avvenuta la tragedia però non era segnalato come pericoloso o come non accessibile per i turisti. Immediata la girandola delle responsabilità; Legambiente, ente gestore del sito, assicura di non aver riscontrato anomalie nelle ore precedenti alle visite dei vulcanelli.
Gli organi regionali addetti al turismo e al monitoraggio della zona, sostengono che, nonostante l’interesse del sito, Macalube di Aragona non ha mai ricevuto i fondi richiesti per potenziare la sicurezza della zona. Come al solito in Italia i problemi non vanno prevenuti, ma risolti.