Riciclare i rifiuti diventa sempre più importante in società industrializzate come le nostre. Molti oggetti normalmente buttati via, potrebbero essere infatti utilizzati per produrre altro prima di concludere il loro ciclo vitale. E’ il caso dei pannolini su cui si coltiveranno funghi commestibili.
Nonostante le campagne di sensibilizzazione promosse negli ultimi anni, l’interesse per l’ecologia, almeno tra i cittadini comuni, non sembra essere uno dei preminenti. Per questo i ricercatori devono agire modificando le industrie e la produttività… a partire dai pannolini.
Se qualche tempo fa venne diffusa la notizia per cui da questi oggetti sarebbe possibile ricavare dei particolari banchi scolastici la cui fabbricazione aiutasse l’ecologia, oggi la notizia riguarda il cibo. Dato che i pannolini contengono cellulosa, possono servire a sviluppare coltivazioni di funghi.
Il processo, sviluppato in Messico, prevede ovviamente una prima fase di sterilizzazione. Successivamente i pannolini vengono lavorati in maniera da contenere anche sostanze, per esempio la lignina, che agevolino la nascita di alcune varietà di funghi.
Superata questa fase, i pannolini vengono rinchiusi in appositi sacchetti di plastica e cosparsi di spore. Create le giuste condizioni ambientali (luce, umidità, ecc.), nascono funghi perfettamente commestibili. La plastica ed i pannolini, nel pieno rispetto dell’ecologia, si biodegradano.
Gli alimenti così ottenuti sono stati sottoposti a tutte le indagini batteriologiche del caso e sarebbero risultati sani e non contaminati. Questa tecnica permetterebbe di ricavare 300 grammi di funghi da circa 1 chilo di pannolini. Il peso di questi ultimi si ridurrebbe invece a non più di 200 grammi.
Gli scienziati avvertono comunque che tale tecnica andrebbe più che altro impiegata per produrre alimenti da destinare agli animali piuttosto che agli uomini. In ultimo, suo scopo principale della ricerca sarebbe quello di ridurre l’inquinamento globale, a partire dallo smaltimento dei rifiuti.