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Il Messico e le Filippine affrontano in queste ultime ore uragani a dir poco devastanti. Questi disastrosi fenomeni atmosferici minacciano il nostro pianeta con sempre maggiore intensità e frequenza; segno forse che dovremmo interessarci di più alla tutela dell’ambiente.
Il tifone di primo grado denominato Kalmaegi ha del tutto devastato le Filippine; il picco massimo di violenza sarebbe stato raggiunto tra ieri e le prime ore di oggi. Il fenomeno, chiaramente molto intenso, dovrebbe pian piano spostarsi verso Cina e Borneo.
La notizia è parecchio allarmante, sopratutto se si considera che l’intensità del tifone abbattutosi sulle Filippine non accenna a diminuire. Al fenomeno si sono accompagnate mareggiate di inaudita potenza e danni di grossa intensità; l’ambiente è stato reso irriconoscibile da frane e macerie.
La situazione non può dirsi migliore in Messico. Se nelle Filippine Kalmaegi è stato classificato come tifone, Odile è stato dichiarato uragano. Anche in questo caso piogge e raffiche di vento, mareggiate e un diffuso scenario ritraente morte e distruzione, sembrerebbero predominare sull’ambiente.
Per fortuna però, almeno in questo caso, l’uragano ha già subito un primo declassamento; da intensità 4 sarebbe infatti passato a 3. Odile, al pari di Kalmaegi nelle Filippine, ha interessato o potrebbe interessare gli stati vicini. In questo caso si teme per la California.
Intanto parrebbe che nuovi uragani stiano lentamente formandosi al largo delle coste americane. Assicurano però i meteorologi che, almeno questa volta, non dovrebbero riuscire a toccare mai la terraferma ed estinguersi quindi già durante il viaggio per l’Oceano Atlantico.
