Saranno ben 100.000 gli italiani che si vedranno recapitare la lettera del Fisco, interessato a fare chiarezza sulla congruità tra le spese sostenute due anni fa e i redditi dichiarati l’anno scorso: possono scattare sanzioni se viene riconosciuta una forbice del 20% tra quanto dichiarato e quanto speso realmente.
Esistono due tipi di lettere: il primo tipo (che sarà inviata a 75.000 persone) contiene un semplice avviso con cui l’Agenzia chiede di dare spiegazioni su come hanno affrontato quelle spese che sembrano insostenibili con il reddito dichiarato; il secondo tipo di lettera dell’Agenzia delle Entrate invece riguarderà 25.000 contribuenti e contiene l’obbligo di chiarimento, altrimenti scatta l’accertamento.
Chi riceve il primo tipo di lettera ha tempo fino al 30 settembre per compilare il modello per il ravvedimento operoso inserendovi gli eventuali correttivi alla denuncia dei redditi del 2013 e pagando l’importo fisso di 32 euro a cui si aggiunge una sanzione pari al 3,75% sulla maggiore imposta da pagare. In questo modo si evita di subire l’attivazione dello strumento del redditometro.
Ovviamente prima di procedere al ravvedimento, sarebbe giusto verificare se l’incongruità tra spese e denuncia dei redditi è dovuta ad un errore di calcolo: in questo caso, e se l’errore non è di grande entità, si può contattare via email o telefono l’Agenzia delle Entrate per spiegare la situazione e trovare l’eventuale soluzione.
Un’altra possibile (ma sconsigliatissima) reazione al ricevimento del primo tipo di lettera del Fisco è quella di ignorarla; in questo caso però si rischia l’arrivo della seconda lettera, alla quale è obbligatorio rispondere se si vogliono evitare i guai che potrebbe causare l’applicazione del redditometro.