Barack Obama, vincitore del Nobel per la pace nel 2009, ha ammesso oggi pubblicamente che, all’indomani della strage alle torri gemelle dell’11 settembre, il governo americano ha inferto torture a tutti coloro i quali fossero sospettati o evidentemente parte in causa di atti terroristici.
Obama, stava tenendo una conferenza dalla Casa Bianca. Argomento dell’intervista era l’attuale situazione economica del paese. Ben presto però il Presidente degli USA ha accantonato i problemi monetari americani e ha confessato che alcuni prigionieri sono stati torturati dallo stato.
Obama ammette che ciò è avvenuto a far data dall’11 settembre, giorno dell’attentato alle torri gemelle. Benché la paura si fosse impadronita degli USA e del mondo, il Presidente sostiene che la nazione da lui rappresentata ha commesso un enorme errore.
L’allora Presidente Bush, mirava a trasmettere agli americani un senso di protezione, l’idea di un governo che, se necessario, protegge il popolo anche con la forza. Obama ricorda che Bush parlò più volte di interrogatori condotti con tecniche rinforzanti.
Oggi Obama ci dice che in queste tecniche rientravano pratiche barbare quali ad esempio il waterboarding. L’attuale Presidente degli USA afferma di non voler ricadere in parole vuote ed ipocrite; gli interrogatori avvenivano in maniera crudele, spietata.
E’ anche vero però, almeno così fa notare Obama, che in quel determinato momento storico bisognava accertarsi che nessun altro disastro come quello delle torri gemelle potesse più verificarsi. Una posizione apparentemente da statista equilibrato che però non fa luce su altri piccoli misteri.
Se Obama, e con lui tutto lo staff dirigenziale degli Stati Uniti, fa oggi pubblica ammenda e sostiene la necessità di rispettare i diritti civili di ogni essere umano, come mai in tanti anni di presidenza non è mai stato chiuso il carcere di Guantanamo?