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Nelle ultime ore si è sentito tanto parlare dei Quota 96, ossia di quei circa 4.000 dipendenti che a causa della riforma Fornero e per via di un errore tecnico del tecnico governo Monti non hanno potuto usufruire della pensione anche se ne avevano diritto: imputati sono i circa 8 mesi di contributi che mancavano per ottenere la providenza sociale.
In ogni caso, pare che questa storia sia finalmente terminata: un ringraziamento davvero sentito concerne il passaggio del decreto legge di riforma della Pubblica Amministrazione (in acronimo PA) in commissione Affari costituzionali alla Camera.
Infatti, si ricorda che nella tarda serata del 25 luglio è stato trasformato l’emendamento il decreto al fine di sbloccare la situazione dei Quota 96 bloccata da settembre: in tal modo, non solo si è risolto un brutto problema, che obbligava migliaia di persone a una mancanza di pensione, ma si è aperta una bella finestra alla possibilità di nuove assunzioni.
Il turn over dei Quota 96 è così cominciato: anche con due anni di ritardo, finalmente il guaio della riforma Fornero è stato risolto, e dopo l’accertamento delle coperture economiche, si è ottenuto il passaggio del decreto legge di riforma per mandare in pensione 4.000 persone, che saranno poi sostituite da nuove, possibilmente giovani.
La stessa Commissione ha altresì messo messa a punto la norma che non dava la possibilità ai lavoratori pubblici, quindi anche a quelli della scuola, di rimanere al lavoro al di là dell’età pensionabile: quindi è stato tolto di mezzo il trattenimento in servizio in modo da favorire il suddetto turnover.
Come ha detto l’agenzia Ansa, sono stati fissati dei limiti d’età, e non si può scendere al di sotto di questi: non si potrà lavorare oltre i 62 anni per il complesso dei lavoratori pubblici e oltre i 65 anni per medici e professori.
