Le notizie riguardanti il sanguinoso conflitto della Striscia di Gaza sono soggette a continui aggiornamenti; l’ultimo di essi parla di una probabile indagine per crimini di guerra che l’ONU potrebbe presto avviare. Indubbiamente il materiale da mettere al vaglio sarebbe, in questo caso, più che cospicuo.
Sebbene negli ultimi giorni si sia ventilata l’ipotesi di una tregua più consistente di quella concessa di recente (5 ore in cui i civili hanno reintegrato le scorte alimentari), i lanci di razzi e le rappresaglie sono ancora eventi all’ordine del giorno nella martoriata terra della Striscia di Gaza.
Hamas ha comunque annunciato che potrebbe sospendere temporaneamente ogni forma di attacco bellico soltanto se Israele accetterà di liberare Gaza dal blocco. Inutile dire che le trattative in tal senso procedono a rilento e con notevoli criticità.
Preso atto delle difficoltà di comunicazione e conciliazione tra Israele e Palestina, l’ONU, dalla sua sede di Ginevra, ha deciso di avallare la richiesta dell’Alto Commissario Navi Pillay di avviare un’indagine per presunti crimini di guerra verificatisi nella Striscia di Gaza.
Le richieste formali di avvio di indagine adducono come motivazioni valide la continua violazione dei diritti umani operata dai militari israeliani a far data dal 13 giugno. Ovviamente ciò escluderebbe la Palestina da qualsiasi tipo di incriminazione umanitaria.
Il testo del documento, ovviamente, è stato subito disapprovato da Israele; Netanyahu ha ricordato che il ripetuto invio di razzi nei pressi di una centrale nucleare o in zone random delle città in cui vivono milioni di civili, è definibile crimine di guerra al pari delle azioni contestate al suo popolo.
Ma i crimini di guerra a Gaza si spingono ben oltre; Israele ha distrutto un ospedale palestinese. Ciò perché i nemici avevano deciso di utilizzare la struttura come base militare. A ben vedere sussistono i motivi per avviare un’indagine per crimini di guerra, ovviamente a carico di entrambi i paesi.