Il binomio ecosostenibilità – industrie non sembra essere molto diffuso nella nostra società; per questo il progetto Life WOGAnMBR ha studiato un modo per far sì che le acque reflue vengano disperse nell’ambiente soltanto dopo essere state depurate.
Contrariamente a quanto si crede, gli scarichi di acque reflue maggiormente inquinanti sono quelli provenienti dalle industrie alimentari. Questo perché sono composte, per un’altissima percentuale, di oli e grassi potenzialmente pericolosi per l’ambiente.
Per disciogliere gli uni e gli altri si fa spesso uso di prodotti chimici, pericolosi forse più degli oli e dei grassi che si cerca di eliminare dalle acque reflue. Gli scienziati hanno pensato di mettere a punto un sistema che consenta di ripulire le acque e riciclare il grasso in essa contenuto.
Nasce così il progetto Life WOGAnAMBR. Lo studio, patrocinato dall’Università di Burgos e condotto dal Grupo Biotecnologia Industrial yMedioambiental (meglio noto come BIOIND), è stato approvato e sovvenzionato in parte anche dall’Unione Europea.
Life si baserà sullo sfruttamento di AnAMBR, ossia dei bioreattori anaerobici a membrana per i quali non verranno più utilizzati reagenti chimici ad altro potere inquinante. Inoltre si cercherà di sfruttare la fermentazione dei fanghi in modo da ricavarne dei biogas.
Ciò consentirebbe di ridurre sensibilmente il quantitativo di rifiuti annualmente prodotti da fabbriche e industrie. Inoltre darebbe modo di purificare le acque reimmesse nel ciclo ambientale e produrre energia pulita riciclando oli e grassi che diventerebbero biogas.
Potremmo insomma affermare di aver trovato la strada per dare vita ad una produttività ecosostenibile. Una meta importante per l’umanità e l’ambiente a cui, forse, sarebbe stato meglio ambire già a partire da tempi più remoti. Varrà anche in questo caso la massima “Meglio tardi che mai”?