Ancora aggiornamenti sul delitto di Cogne: la Procura Generale di Bologna ha infatti richiesto che Annamaria Franzoni, la mamma aostana accusata di aver ucciso il suo piccolo Samuele, sconti in carcere il resto della pena assegnatale.
Qualche settimana fa, il 26 giugno, erano stati concessi alla Franzoni gli arresti domiciliari. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna ed è stata preceduta da un’attenta perizia psichiatrica eseguita sulla donna dal professor Augusto Balloni. L’esito è stato positivo.
Sebbene quindi Annamaria Franzoni sia stata ritenuta socialmente non pericolosa e comunque non a rischio di commettere nuovi delitti sui suoi figli, la Procura Generale di Bologna ha presentato ricorso in Cassazione perché la donna sconti in carcere il resto della sua pena.
La richiesta poggia sul fatto che la psicoterapia associata agli arresti domiciliari a cui è condannata la Franzoni può essere svolta anche in carcere. La donna, per contenere la sua presunta pericolosità sociale dovrebbe infatti impegnarsi in attività di pubblica utilità.
Tra l’altro, sostiene ancora la Procura Generale di Bologna, gli arresti domiciliari aventi lo scopo di tutelare eventuali figli dei detenuti, possono essere concessi se questi non hanno ancora superato i 10 anni di età. Il figlio più piccolo di Annamaria Franzoni ne ha appena compiuti 11.
Gli avvocati della mamma di Cogne ribattono dichiarando di non aver ancora ricevuto alcuna notifica in merito alla revoca, o alla richiesta di revoca, degli arresti domiciliari. Soltanto quando entreranno in possesso dei suddetti documenti valuteranno le possibili azioni legali da intraprendere.