L’omicidio di Maria Anastasi, avvenuto a Trapani il 4 luglio del 2012, è stato commesso dal marito, Salvatore Savalli, e dalla sua amante di allora, Giovanna Purpura, per i quali è stata emessa una sentenza di condanna all’ergastolo.
Maria Anastasi era al nono mese di gravidanza e portava in grembo il quarto figlio di Salvatore. La donna, sarebbe salita in macchina con il marito con cui litigava spesso. A bordo della vettura ci sarebbe stata anche Giovanna, amante che poco e niente temeva la presenza di Maria.
Salvatore,direttosi verso una strada di campagna poco frequentata, avrebbe litigato con la moglie. L’alterco si sarebbe concluso con la morte di Maria, spirata a seguito di ripetute picconate infertele dal marito. Il suo corpo è stato arso.
L’assassinio di Maria, atto ultimo di una vita matrimoniale segnata da violenza e soprusi come la costrizione di ospitare nella casa coniugale Giovanna, sarebbe servito ad evitare le spese del divorzio. Sin da subito i sospetti ricaddero, nonostante i vari tentativi di depistaggio, sui due amanti.
Ad additarli, senza alcun dubbio, anche i figli ed i parenti di Maria. Se in un primo momento Giovanna riuscì a farsi passare come semplice testimone oculare paralizzata dalla paura, oggi la Corte D’Assise di Trapani ne ha decretato il coinvolgimento attivo nell’omicidio.
Giovanna e Salvatore hanno perso ogni diritto sui figli, sono stati inoltre condannati a corrispondere 250 mila euro per uno alla famiglia di Maria e all’ergastolo. La Corte ha stabilito inoltre la premeditazione del delitto con l’aggravante di crudeltà (anche nei confronti del feto).