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Spending Review sanità: privati rinunciano all’assistenza

Spending Review sanità: privati rinunciano all’assistenza

Alcune stime offerte con cortesia da Censis e Unipol, hanno mostrato il fatto che nell’ultimo anno la spesa per tutto ciò che concerne il comparto sanitario delle famiglie è calato del 5,7% a 26,9 mld sul 2012: si è sceso nello specifico di circa trenta euro annui, dal momento che ogni italiano ha una spesa procapite che passa da 491 a 458 euro.

Si tratta di numeri impressionanti che fanno capire quanto la crisi stia ammazzando le famiglie italiane, e danno la misura della spending review in atto in tutti gli abitanti della penisola: nel dettaglio, i privati hanno compensato la riduzione dei servizi offerti dalla sanità usando i propri risparmi.

E questo non va bene: effettuando un calcolo si può dichiarare che a causa della crisi le famiglie italiane non hanno potuto usufruire di 6,9 milioni di prestazioni private, anche per via della spending review sulla sanità. Eppure, paradosso dei paradossi, l’economia che si basa sulla spesa sanitaria può contribuire alla crescita e all’occupazione del paese.

In linea di massima, quindi, si può affermare che la povertà sanitaria è sempre più diffusa in Italia, e tutte le famiglie devono far fronte ad una rinuncia non indifferente, che riguarda appunto le prestazioni sanitarie a causa della spending review.

Ad aggiungersi a ciò, sempre in tema sanità bisogna affermare che il 31% delle famiglie ha dovuto dir di no almeno una volta negli ultimi due anni a visite specialistiche e ad esami diagnostici.

Senza dubbio uno scandalo che non ha fine, dal momento che in Europa l’Italia rimane una delle poche economie progredite in cui la spesa sanitaria invece di aumentare diminuisce.

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