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Da alcuni giorni dei razzi, lanciati da località non meglio precisate della Striscia di Gaza, minacciano Dimona (Israele); la risposta del presidente Shimon Peres non si è fatta attendere; egli ha infatti dichiarato di essere pronto a marciare contro i Palestinesi e invadere la loro terra.
Shimon Peres, presidente israeliano, ha deciso di far fronte al pericolo proveniente da Gaza paventando la possibilità di entrare in guerra contro la Palestina. A preoccupare il leader israeliano sono varie fonti di pericolo; prima di tutto la sicurezza dei suoi confini.
Poi le eventuali ripercussioni politiche ed economiche che il protrarsi di questa guerriglia potrebbe comportare. La paura di Shimon Peres è giustificata inoltre dalla presenza di alcune centrali nucleari che, più volte, sono state lambite dai razzi provenienti dalla Palestina.
Il presidente ha quindi disposto lo schieramento dell’esercito al confine e, in collaborazione con il ministro dei trasporti Israel Katz, ha chiesto ai Palestinesi di palesare chiaramente intenzioni e rivendicazioni in modo da poter reagire adeguatamente.
La situazione politica tra i due paesi sembra complicarsi di ora in ora; se da una parte Peres si dichiara disposto ad annullare le misure difensive adottate durante la giornata, dall’altra lancia degli ultimatum in cui avvisa che, qualora gli attacchi dovessero continuare, sarebbe pronto ad entrare in guerra.
Mahmoud Abbas, presidente palestinese, chiede ad Israele di fermare quello che ai suoi occhi appare un genocidio della cui realizzazione verranno ritenuti colpevoli soltanto gli Israeliani. Intanto Peres ha autorizzato raid aerei nella Striscia di Gaza.
La situazione, molto tesa, si deve ad una politica estera spesso condotta con standard deludenti. I due presidenti coinvolti, non hanno infatti saputo trovare un accordo; così nella notte sono continuati i lanci di razzi da territorio palestinese, e Israele ha preparato l’offensiva via terra.
