Ad Oppido Mamertino, antico borgo sito in Calabria, la tradizionale processione della Madonna si ferma affinché la statua possa rivolgere un ideale inchino al boss mafioso del luogo. Le forze dell’ordine presenti alla cerimonia si mostrano, ovviamente, indignate.
Anche Alfano commenta l’accaduto etichettandolo come “ributtante”. Il 2 luglio scorso, come ogni anno, la statua della Madonna viene portata in processione per il paese. Giunta sotto la finestra di Peppe Mazzagatti, boss della zona, si arresta per compiere un inchino.
Il comandante dei carabinieri, a dir poco indignato, si è subito allontanato dalla processione. Questo inchino ad un uomo, già di per sé ingiusto, assume una valenza particolare se si pensa che qualche giorno fa Papa Francesco ha scomunicato in massa tutti i mafiosi.
Gli organi religiosi e i rappresentanti dello stato non hanno tardato, ciascuno con i propri mezzi, a polemizzare contro questo strano e ingiurioso inchino. Il Vescovo di Reggio Calabria, ha già annunciato che presto verranno presi a riguardo severi provvedimenti.
Intanto è emerso che don Benedetto Rustico, parroco che ha comandato l‘inchino, è un cugino di Peppe Mazzagatti. Il sindaco del paese, spezzando una lancia in suo favore, ha affermato che è prassi che la statua sosti e si inchini verso una determinata area di Oppido Mamertino.
Di certo non depone a favore di don Benedetto il comportamento immediatamente successivo alle prime contestazioni; il sacerdote avrebbe infatti intimato ai fedeli di picchiare il giornalista che, in fondo alla chiesa, aspettava di poter parlare con il curato per chiarire il mistero dell’inchino al boss.