Napolitano all’Europa: crescita e immigrazione i problemi da risolvere

Giorgio Napolitano, rivolgendosi all’Europa, ha dichiarato che i problemi principali del nostro paese sono strettamente connessi alla crescita e all’immigrazione; soltanto se riusciremo a risolvere  queste spinose questioni potremo andare avanti. La soluzione passa dal risanamento delle pubbliche finanze.

Proprio su quest’ultimo punto, afferma Napolitano, l’Italia ha parecchio lavorato negli ultimi anni. La gestione delle finanze pubbliche così com’è organizzata nel nostro paese, ancora secondo il presidente della repubblica, sarebbe migliore rispetto a quella del resto d’Europa.

Rimane ancora il problema del debito pubblico che andrà risolto quanto prima. In questo senso Napolitano ha dichiarato di riporre molta fiducia nel nuovo premier Matteo Renzi. Il presidente del consiglio infatti avrebbe dimostrato una certa grinta ed un buon attaccamento alla bandiera.

Sostiene poi Napolitano che la classe politica italiana dovrebbe responsabilizzarsi; dare modo ai cittadini di comprendere se una legge è frutto di un’imposizione dell’Europa o semplicemente scaturita dai nostri legislatori. I cittadini avrebbero quindi diritto a maggiore trasparenza ed informazione.

Altra questione su cui Napolitano si è pronunciato, rivolgendosi alla Commissione Europea in visita al Quirinale, è quella dell’immigrazione. Sebbene ultimamente la tendenza sia stata quella di trovare il responsabile delle tante stragi del mare o dell’alto tasso di afflusso migratorio, ora bisogna reagire.

Ammesso anche che in passato siano state emanate a tal riguardo delle leggi discutibili, il problema adesso sta assumendo una sempre maggiore rilevanza. Tutti i partiti italiani e tutti gli stati d’Europa, dovrebbero cooperare per risolverlo. Rassicurante a tal proposito la risposta dell’U.E..

Cecilia Malmstrom, Commissario Europeo per gli affari interni, ha infatti replicato che Mare Nostrum avrebbe salvato la vita a milioni di disperati; ecco perché l’Europa è intenzionata a non lasciare da sola l’Italia nel tentativo di arginare quello che ormai è un problema collettivo.