La questione politica viaggia su ben distinti binari: Da una parte le inchieste sugli appalti, e il caso Escort Berlusconi-Tarantini con gli ispettori nelle Procure, dall’altro la possibile spaccatura interna nella maggioranza con Scajola e i stimati 40 parlamentari interni alla maggioranza che farebbero parte delle fronde interne. Ma intanto il Premier Berlusconi in queste ore tenta di sciogliere il nodo principale del momento, ovvero quello dedicato al decreto per lo sviluppo. Molte le ipotesi, molte le idee; tra queste una vecchia idea tornata d’attualità nel corso delle ultimissime ore in Aula.
Secondo alcune fonti non ufficiali, pare sia stata fatta una stima prudenziale circa l’eventuale dismissione del patrimonio edilizio popolare. Di cosa si tratta: Il Governo sta pensando ad un ddl che possa permettere agli inquilini occupanti attualmente l’oltre 1 milione di case popolari in Italia, il riscatto e dunque l’acquisto definitivo. Le stime prudenziali sono già state effettuate e qualora l’idea diventi concreta, poterà nelle casse dello Stato oltre 30 miliardi di euro; una cifra importante anti crisi e proprio per questo lo Stato ci sta pensando.
Secondo alcune stime, la dismissione di 1 milione di case popolari, stimate in media 30.000 euro, porterebbero 30 miliardi di euro subito in cassa statale, favorendo anzitempo il recupero del debito. Il dibattito sullo sviluppo è aperto.