Elena Ceste e la sua scomparsa si tingono sempre più di giallo. Le indagini sulla scomparsa della donna, avvenuta a Costigliole d’Asti il 24 gennaio, stanno prendendo un’altra direzione. Gli inquirenti si sono decisi ad indagare per omicidio e non solo per sparizione. I punti fermi in questa inchiesta sono il marito, Facebook e le conoscenze virtuali della donna fatte in rete.
Dopo i primi giorni dalla scomparsa gli investigatori aveva davanti a loro un quadro diverso da quello che si sta delineando oggi. Elena Ceste appariva come una donna casa e chiesa, devota al marito e con una vita normalissima, ma con il passare delle settimane le trame del mistero della sua scomparsa hanno preso una piega diversa. La donna pare fosse arrivata al limite della sopportazione di quella vita monotona e si diceva ormai stanca e insoddisfatta della solita routine.
Gli inquirenti stanno setacciando la sua pagina facebook alla ricerca di notizie e indizi che possano far luce sulla sua vita privata. Attualmente restano valide due ipotesi: suicidio o dell’allontanamento volontario, ma non viene esclusa l’ipotesi dell’omicidio. Nei giorni scorsi la Polizia si è vista recapitare una lettera anonima, nella quale si parlava dell’oscura figura di uomo che aveva consolato Elena in questo periodo. Durante le perquisizioni effettuate in casa della donna, la Polizia ha ritrovato un secondo computer.
Le indagini stanno confermando che Elena abbia riallacciato vecchi rapporti su facebook ed abbia tradito il marito con un suo vecchio amico di Torino. Il marito di Elena Ceste è sconvolto, ma ha spesso assunto atteggiamenti contraddittori e sospetti. Una sua vicina di casa ad esempio, ha dichiarato che la mattina della scomparsa l’uomo la chiamò per sapere dove si trovasse Elena, anche se le due donne non erano in confidenza al punto da dirsi dove andavano durante il giorno.
Successivamente Michele chiese alla vicina di casa di dargli sostegno mentre cercava la moglie in casa, aprendo ogni stanza dell’appartamento e addirittura il bagagliaio della macchina. Come si dice, excusatio non petita, accusatio manifesta.