La piccola Vittoria, nata dall’amore tra l’ex caporal maggiore Salvatore Parolisi, addestratore di reclute femminili alla Caserma “Clementi”, sarebbe stata indicata dal militare e da sua moglie, quando essa era ancora in vita, la beneficiaria del cosidetto “tesoro segreto” del Parolisi.
Quei 100 mila euro dunque, non erano poi così tanto segreti, e a darne notizia è la parte difensiva di Salvatore Parolisi. Uno dei due legali del Parolisi, ha colto l’occasione datagli dai giornalisti, per spiegare secondo le sue conoscenze, che la cospicua somma pari a 100 mila euro non era segreta e tenuta nascosta dal Parolisi a Melania, ma quast’ultima era perfettamente a conoscenza dell’esistenza della stessa. Il legale di Salvatore Parolisi, l’Avv. Walter Biscotti, ha specificato quanto segue: «I soldi di Parolisi su cui indaga la Procura di Teramo? È ridicolo che qualcuno possa considerarli il movente del delitto di Melania Rea. Quei soldi sono i risparmi del suo lavoro di militare. La loro provenienza dalle casse dello Stato è facilmente dimostrabile. Inoltre Melania di quei soldi sapeva tutto, tanto che lei e il marito avevano indicato la figlia come eventuale beneficiaria».
Qualora dunque venisse confermata tal informazione da parte della Procura di Ascoli che sta portando avanti le indagini, verrebbe meno il movente economico-passionale, secondo il quale Salvatore da qualche tempo e in maniera segreta, stesse mettendo da parte risparmi per far fronte ad un eventuale divorzio da Melania, riuscendo così a materializzare il suo sogno più grande, ovvero andar a vivere assieme all’ex allieva Ludovica Perrone, con la quale da oltre due anni portava avanti una relazione extra-coniugale. Ed allora perchè Parolisi risparmiava detta somma di danaro su un conto bancario intestato esclusivamente a lui? Su questo le indagini della Procura proseguono, intanto a tal proposito l’avvocato Biscotti ha continuato precisando: «Il sogno di Salvatore era comprare una casa, per questo risparmiava con grande attenzione. Peraltro, missioni all’estero a parte, Parolisi lavora nell’esercito da quando aveva 18 anni».
Ogni idea circa il presunto tesoro segreto del Parolisi è ora opinabile, tuttavia l’avvocato Biscotti, cui concordano anche le tesi del suo collega Nicodemo Gentile (altro avvocato del Parolisi), lancia una frecciata alla Procura di Ascoli e al Riesame, e conclude l’intervista ammettendo le seguenti parole: «Se in procura devono inventarsi un altro movente, e sarebbe il terzo, facciano pure. Queste sono sciocchezze diffuse ad arte e non ci impressionano, perché io e il collega (Nicodemo Gentile, ndr) siamo pronti a sostenere un processo già domani. Nel frattempo auspichiamo che la Cassazione faccia piazza pulita delle motivazioni con cui il Riesame ha tenuto in carcere Parolisi, che sono scarne e inadeguate».
-In foto l’Avv. di Salvatore Parolisi Walter Biscotti; si ringrazia sito “Centro di Teramo” fonte foto-