A un ricercatore universitario di 37 anni viene negato il rinnovo dell’assegno di ricerca.
Lui non vuole fare la stessa fine di alcuni amici che, accomunati da un simile destino, hanno finito per optare per lavori umilianti, utili però a pagare i conti.
Si ingegna e scopre una strada ai limiti della legalità.
Inizia a sintetizzare una nuova sostanza stupefacente, che non rientra nelle tabelle di quelle ritenute illegali.
Anche se produrre la sostanza non è illegale, spacciarla e guadagnarci lo è, ma nonostante questo altri ricercatori finiti in disgrazia entrano nel giro, tentando di recuperare un po’ di dignità.
Smetto quando voglio, opera prima di Sydney Sibilia, è un tuffo nel cinema americano, ma allo stesso tempo intercetta una condizione sociale diffusa nel nostro Paese.