Chi di noi non esegue quasi automaticamente quasi ogni giorno dei gesti riconducibili alla scaramanzia? Anche senza credere in qualcosa di specifico, la superstizione e i gesti scaramantici fanno parte di ogni sorta di civiltà e società, dalle più antiche a quelle più moderne e dunque razionali. Questo aspetto ci accompagna silenziosamente, senza dare troppo nell’occhio, eppure specialmente nel sud del mondo una percentuale ben nutrita di persone crede nel malocchio e cerca sintomi e rimedi per stare “meglio”.
Togliendo la parte poco acculturata di popolazione ancora intrisa di credenze assolutamente folkloristiche, esiste una larga larghissima parte che prevede una adeguata cultura e una posizione sociale che continua a credere in queste cose. Il perché è presto detto, ciascuno di noi infatti ha un patrimonio genetico atavico che comprende paure e tabù, e tra le paure più diffuse c’è senz’altro la paura dell’ignoto, di ciò che non conosciamo, ma anche della cattiveria umana e dei sentimenti negativi. Si ricercano sintomi e conseguenze della negatività in un tessuto sociale sempre più vicino alla meditazione e alla cultura religiosa “alternativa”. Si dice che i sintomi siano diversificati, dalla semplice sfortuna al gioco, ad una serie di coincidenze, sempre sfortunate, che ci convincono di aver ricevuto la mala occhiata. In realtà ci sarebbe da pensare al fatto che quando ci si allarma circa un evento, tutto intorno a noi riporta costantemente quello stesso evento.
Il malocchio quindi esiste? Esiste in relazione a chi desidera farlo esistere, un po’ come babbo natale e la fatina dei dentini, almeno per la nostra chiave razionale e scettica, esiste perché è discusso da molte persone. Pur non credendoci spesso capita di toccare ferro se passa un carro funebre, altre volte si fa attenzione a non passare sotto una scala aperta, e ancora si trattiene il fiato pensando ai sette anni di sventura quando si rompe uno specchio. Tutti questi gesti, automatici e nemmeno discussi da chi non ci crede, prevedono una fede legata a quella che è la fortuna e la sfortuna, la sorte o la malasorte. Occhio malocchio prezzemolo e finocchio diceva la famosa battuta,adeguarsi o riderci su? Scelte personali, ma è bene sapere che di base la stessa parola “malocchio” deriva proprio dalla “mala occhiata”, occhi malevoli che ci osservano, e che incidono nel benessere della nostra vita quotidiana.
Togliere il malocchio almeno ipoteticamente, è compito di quelle vecchine di paese, che a breve non ci saranno più, quelle bardate di nero, con il rosario sempre in mano e un piattino con dell’olio dall’altro. Pare che attraverso delle preghiere magiche e olio santo riescano a scacciare anche il malocchio, allora perchè no, al limite avremo fatto beneficienza a una dolce nonnina!
Se non si crede nella forma magica di queste cose, possiamo invece credere esistano persone assolutamente negative, dalle quali vorremmo scappare. Impossibile non avere un collega invidioso che quando entra nella stanza fa calare il gelo, o la suocera che non vi ha mai potuto vedere che vi osserva con uno sguardo arcigno? Esistono tutte queste cose, sta a noi non tanto prendere un cornetto anti malocchio, anti scalogna, quando invece circondarsi di belle persone, di persone dall’energia pulita e propositiva, per una vita serena e armoniosa.