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In Libia contro l’ISIS l’Italia può far tanto secondo Serraj

In Libia contro l’ISIS l’Italia può far tanto secondo Serraj

Il premier libico Fayez Al Serraj ha dichiarato che l’ISIS è un’organizzazione pericolosissima e invierà i suoi militanti in Italia e in Europa. La Libia ha bisogno di aiuto e l’Italia può fare molto perchè è il nostro miglior collaboratore. Sin dall’inizio l’Italia ha sostenuto il governo di unità nazionale libico e la Libia chiede all’Italia il maggior aiuto che può dare. Così si è espresso Al Serraj.

Per il Primo Ministro libico l’Italia è a capo di una coalizione internazionale contro l’ISIS e la Libia chiede che i feriti di guerra del Paese nordafricano vengano curati negli ospedali italiani e la costruzione in Libia di ospedali da campo e invio di medicinali dall’Italia. “Gli italiani ci hanno già dato diverse partite di giubbini antiproiettili e visori notturni” afferma Serraj “ma non bastano, chiediamo di più. Vediamo con grande positività l’uso concesso agli Stati Uniti della base di Sigonella e sappiamo che ogni tipo di aiuto sarà umanitario e quindi ben accetto”.

Pier Ferdinando Casini, Presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, afferma che l’Italia è a disposizione di ogni richiesta militare da parte degli Stati Uniti e che bisogna bombardare l’ISIS in Libia perchè è a pochi chilometri dalle coste italiane e quindi va bloccata. I bombardamenti a Sirte sono utilissimi e fermeranno lo Stato Islamico.

Casini aggiunge che in Libia l’Unione Europea sta agendo in modo differenziato: c’è chi è dalla parte di Haftar e con l’Egitto e chi invece appoggia Serraj (come sta facendo l’Italia). Non si può fare due cose contemporaneamente, bisogna creare un’azione congiunta e unitaria contro l’ISIS. Bisogna essere coerenti in politica internazionale. L’ISIS ha anche a che vedere con gli sbarchi in Italia dei rifugiati di guerra e gestisce in modo illegale tali sbarchi. Bisogna prendere provvedimenti anche in questo senso.

 

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