Botta e risposta tra il Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi e Recep Erdogan, il Presidente turco. Il figlio di Erdogan è in Italia per un processo che lo vede imputato per riciclaggio. Renzi ha affermato che in Italia c’è una magistratura libera e indipendente che giudica secondo le leggi e che risponde solo alla Costituzione Italiana e non al presidente turco. Questo sistema si chiama Stato di Diritto. Il presidente Erdogan aveva dichiarato in un’intervista che l’Italia dovrebbe occuparsi della Mafia e non di suo figlio e che questo processo potrebbe mettere a rischio le relazioni tra Italia e Turchia.
Giovanni Legnini, il vice presidente del CSM, afferma che gli attacchi di Erdogan sono gravi e inaccettabili. I giudici italiani combattono ogni giorno contro la Mafia con indagini e processi, rischiando la vita ed ottenendo risultati straordinari. Piuttosto dovrebbe essere la Turchia a rispettare i diritti dei cittadini e a far lavorare in indipendenza e libertà la magistratura di quel Paese. Anche Francesco Minisci, segretario generale dell’associazione italiana magistrati, ha affermato che Erdogan dovrebbe ristabilire lo stato di diritto nel suo Paese, scarcerando le migliaia di magistrati che sono rinchiusi in carcere. Non dovrebbe interferire per ragioni personali e compromettere i rapporti con l’Italia.
Intanto a Bologna il 20 luglio il Gip aveva accolto la richiesta del PM e aveva concesso la proroga per continuare le indagini su Bilail Erdogan, il figlio del presidente turco. Dopo sei mesi dall’avvio delle indagini preliminari la procura aveva chiesto una proroga con la motivazione di svolgere una parte dell’inchiesta all’estero sul figlio di Recep Erdogan. L’avvocato di Bilail Erdogan, Giovanni Trombini, si era opposto a tale richiesta. Dalle fonti si apprende che la Procura di Bologna aveva già controllato i conti e i tabulati telefonici di Bilail, che era giunto in Italia nel 2015 per studiare ala Johns Hopkis University.