La Turchia dopo il golpe fallito

Dopo il golpe fallito ad Ankara la violenza non è finita. Un uomo ha sparato davanti al tribunale di Ankara, all’interno del quale si trovano 27 generali e ammiragli arrestati dopo i combattimenti in strada del 15 luglio. Intanto sale a 7.543 il  numero delle persone arrestate: 100 agenti di polizia, 6.038 soldati, 755 procuratori e 650 civili.

I morti dei combattimenti nella notte di Ankara sono stati 145 civili, 60 poliziotti e 3 soldati. Oltre 10 golpisti sono stati uccisi.

I presidente turco Racep Tayyip Erdogan ha affermato di voler reintrodurre la pena di morte per punire i golpisti ed eliminare il “virus” della ribellione dalle istituzioni dello Stato. Per il momento non è stata applicata tale punizione, ma potrebbe esserlo nei prossimi giorni, secondo quanto affermato dal premier turco Binali Yildirim.

Intanto Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, ha affermato che se la Turchia reintrodurrà la pena di morte non potrà entrare a far parte dell’UE. La stessa cosa è stata affermata anche dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel. Il Ministro italiano degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato che la reintroduzione della pena capitale in Turchia non può esser accettata dall’Italia e che deve essere condannata, così come è stato  condannato il golpe.

Il presidente turco se la prende anche con Washington, chiedendo l’estradizione di Fethullah Gulen, l’Imam che ha istigato il golpe, affermando che gli Stati Uniti non devono difenderlo e devono consegnarlo alla giustizia della Turchia. Ma il Segretario  di Stato John Kerry ha risposto che le parole del presidente turco sono irresponsabili e ha invitato Ankara a fornire le prove del coinvolgimento di Fethullah.

Il tentativo di golpe è avvenuto nella notte del 15 luglio ad Ankara, laddove si è sparato e sono morte 208 persone tra civili, soldati e poliziotti. Durante quella notte un F-16 avrebbe fatto fuoco contro un carrarmato davanti al Parlamento turco.