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In Turchia è fallito un golpe militare messo in atto dall’esercito turco contro il presidente Erdogan. Secondo le fonti più informate decine di migliaia di persone sono scese per le strade a sollecitare i militari infedeli a ritirarsi. Nel Paese ci sono stati momenti di caos e tensione incredibile. Il presidente Erdogan, dall’aeroporto di Istanbul, ha affermato di essere ancora al potere in tutto il Paese e che i ribelli saranno severamente puniti.
L’ultimo alto grado dell’esercito di cui stamattina è stata annunciata la detenzione è l’ammiraglio Nejat Atilla Demrihan. Il cervello del tentato colpo di Stato è il colonnello Muharrem Kose, braccio destro del Capo di Stato Maggiore. Di lui non si hanno notizie certe.
Il premier turco Binali Yildirim ha convocato un’assemblea di emergenza al parlamento. Lo stesso parlamento ha subito un attacco notturno, ma senza riportare danni.
Durante i combattimenti notturni in strada ci sarebbero state circa 60 vittime. La maggior parte delle persone arrestate sono ufficiali (circa 1563), mentre sarebbe morto un generale golpista. Nonostante l’annuncio del fallimento del colpo di Stato i combattimenti ad Ankara sono continuati tutta la notte. Alle 5,30 un F-16 avrebbe colpito i carri armati schierati intorno al palazzo presidenziale di Ankara. Il presidente Erdogan avrebbe tentato la fuga e chiesto asilo politico prima in Germania e poi in Gran Bretagna.
L’esercito aveva comunicato di aver preso il controllo del Paese per ristabilire i diritti umani danneggiati, nella speranza di continuare i buoni rapporti con gli altri Paesi del mondo.
Gli Stati Uniti si sono schierati dalla parte del Governo di Erdogan, lo ha dichiarato in nottata il Presidente Barack Obama dopo averne discusso con John Kerry alla Casa Bianca. Anche la NATO ha preso la stessa posizione. La cancelliera tedesca Angela Merkel da Berlino ha affermato che l’ordine democratico in Turchia deve essere rispettato.
