Nel Regno Unito è avvenuto il cambio della guardia. La regina Elisabetta ha ieri conferito l’incarico di Primo Ministro del Regno Unito a Theresa May.
La Prima Ministra sostituisce Mr David Cameron, dimissionario dopo la sconfitta del suo partito al referendum del 23 giugno 2016, in cui il popolo britannico ha deciso l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Mostra soddisfazione anche Nigel Farage, leader del partito (in seno al Parlamento Europeo) UKIP (United Kingdom Independence Party) e oggi non più leader di tale partito.
Il 23 giugno 2016 la Gran Bretagna è stata chiamata a decidere se uscire o no dall’UE e la risposta, per il 51,89 % degli elettori aventi diritto, è stata sì.
Da tempo la Gran Bretagna, nella persona di Nigel Farage, leader dell’UKIP, aveva espresso la volontà di dare un taglio alla vecchia austerity predicata dall’Unione Europea, soprattutto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal Presidente francese Francois Holland e dal Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.
Da anni nel Regno Unito cresceva il malcontento per la situazione del controllo economico e politico dell’UE e della situazione dell’immigrazione clandestina dai Paesi del Medio Oriente (lo stesso Farage aveva affermato che doveva essere l’Unione Europea tutta a gestire la situazione e non soltanto alcuni Paesi).
Adesso, con Theresa May, si apre un anno in cui la Gran Bretagna potrà condurre negoziati allo scopo di uscire, definitivamente, dallo status di membro dell’UE. Nigel Farage aveva auspicato questa situazione, anticipando che la Gran Bretagna avrebbe potuto condurre affari commerciali a livello internazionale in quanto Paese singolo, non come membro dell’Unione Europea e dichiarando apertamente che la Norvegia, Paese non membro dell’UE, a suo tempo fu invitata ostinatamente ad entrare nell’Europa Unita, a rischio del peggioramento delle sue condizioni economiche, peggioramento che in realtà la Norvegia non ha mai avuto. Grande soddisfazione, quindi, per l’ex leader dell’UKIP Nigel Farage