Visti gli abbondanti e improvvisi temporali di questi giorni, conviene saperlo: ogni anno in Italia piove dal cielo più di un milione di fulmini. C’è una rete di rilevamento che li calcola h24.
Si tratta del SIRF – Sistema Italiano Rilevamento Fulmini, uno strumento del CESI (Centro Elettrico Sperimentale Italiano): una rete di 16 sensori piazzati su tutto il territorio nazionale che monitorano 24 ore su 24 le saette che cadono ogni giorno sulla Penisola, calcolandone intensità e frequenza numerica.
Stando ai calcoli del monitoraggio annuale, emergono dati inquietanti sia sul loro eccezionale numero sia sulla distribuzione dei fulmini nel periodo mensile e su tutto il territorio nazionale.
Per adesso il 2015 ha fatto registrare un netto calo del fenomeno su tutta la Penisola: nei primi sette mesi del 2015 sono caduti sull’Italia 408.831 fulmini. Una tendenza tutto sommato positiva, se si calcola che nel solo 2014 si sono scaricati a terra qualcosa come 3,2 milioni di fulmini circa, alcuni tra l’altro ad altissima intensità.
Lo scorso anno è stata infatti l’annata peggiore degli ultimi 15 anni; l’anno prima, nel 2013, ne erano caduti “appena” 1,7 milioni circa.
Il mese maggiormente interessato dal fenomeno delle scariche elettriche, in media, è settembre seguito da agosto e luglio. A conferma di questo dato gli ultimi temporali estivi fatti registrare in giro per l’Italia.
La regione più colpita dai fulmini dall’inizio degli anni 2000 è la Toscana (808.395 fulmini), seguita da Piemonte (706.665 fulmini) e Lazio (658.815 fulmini).
Da gennaio a luglio di questo anno, però, si è avuta una nettissima progressione in Piemonte, con oltre 96mila fulmini rispetto ai 41mila dello stesso periodo dell’anno precedente, +134%, e in Trentino Alto Adige +163% con 24.697 fulmini, rispetto ai 9.365 dello stesso periodo del 2014. La regione meno interessata dal fenomeno, in questi primi sette mesi, è il Molise in cui ne sono caduti poco più di 2mila.
Tutti i dati sono stati diramati dal CESI, che riconosce l’importanza di una simile attività di monitoraggio e raccolta dati. Si legge sul sito del Centro: «I fulmini sono fra le maggiori cause di guasto per le linee elettriche di media e bassa tensione e sono fra i rischi rilevanti per le attività umane, sia industriali che ricreative».
Un monitoraggio simile serve infatti non solo al rilevamento, ma alla prevenzione dei fulmini, perché consente l’allerta di ‘nowcasting’ (previsioni a poche ore) alle strutture sensibili e alla popolazione. C’è infatti una stretta correlazione tra la numerosità dei fulmini all’interno di un temporale o di un ciclone e l’intensità della precipitazione.
La mappatura dei fulmini permette così di segnalare i fenomeni meteorologici intensi in formazione e in arrivo con qualche ora di anticipo, un tempo sufficiente a mettere in atto le procedure di emergenza già pianificate dagli organi di competenza
Restano intatte le regole consuete da tenere durante un temporale a terra o una tempesta in mare: oltre a quelle più note (non utilizzare apparecchi elettrici, allontanarsi dagli alberi, non rimanere in acqua) il CESI consiglia caldamente altri accorgimenti come, in casa, “evitare di venire a contatto con rubinetti o tubi dell’acqua e di fare la doccia o il bagno”, scendere dalla bicicletta se si è in sella, in campeggio “uscire dalla tenda”, in barca “stare lontani dall’albero maestro”.
Consigli che possono letteralmente salvare la pelle contro la spettacolare e pericolosa potenza della natura