Ilva di Taranto, il GUP Vilma Gilli ha rinviato a giudizio 44 persone fisiche e tre società per l’inchiesta sul presunto disastro ambientale provocato dall’Ilva a Taranto. Tra esse anche Nichi Vendola. Ci sono anche due condanne.
Le tre società in questione sono Ilva Spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici, mentre altri due imputati sono stati condannati con rito abbreviato. Il processo vero e proprio comincerà il 20 ottobre prossimo davanti alla Corte d’assise di Taranto.
Fra gli imputati, come si diceva, spicca il nome di Nichi Vendola: l’ex governatore pugliese è accusato di concussione aggravata in concorso.
Secondo l’accusa, Vendola avrebbe esercitato pressioni sul direttore generale di Arpa Puglia (Agenzia regionale di protezione ambientale), Giorgio Assennato (a sua volta a giudizio per favoreggiamento personale), per far “ammorbidire” i controlli sulle emissioni nocive prodotte dal complesso siderurgico.
In questo modo, sostiene la Procura, Vendola avrebbe consentito all’azienda di continuare a produrre senza riduzioni di emissioni inquinanti, come invece suggerito dall’Arpa in una nota del 21 giugno 2010 stilata dopo una campionatura che aveva rilevato picchi di benzoapirene.
I fatti contestati si riferiscono al periodo che va dal 22 giugno 2010 al 28 marzo 2011. Stando ancora alla ricostruzione dell’accusa, l’ex governatore e ora leader di Sinistra Ecologia e Libertà avrebbe minacciato la non riconferma di Assennato, il cui mandato scadeva nel febbraio 2011.
Non solo Vendola però: la concussione aggravata è contestata, in concorso, anche con Girolamo Archinà (ex responsabile ai rapporti istituzionali dell’Ilva) e tra l’altro intercettato in una telefonata ritenuta compromettente con lo stesso Vendola.
A processo anche Fabio Riva (ex vicepresidente di Riva Fire), Luigi Capogrosso (‘ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto) e Francesco Perli (avvocato dell’Ilva). A processo anche Bruno Ferrante, ex presidente dell’Ilva ed ex prefetto di Milano; Claudio e Nicola Riva e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, accusato di abuso d’ufficio per non aver assunto misure contro l’inquinamento.
«Sarei insincero se dicessi, come si usa fare in queste circostanze, che sono sereno», è stato il primo commento di Vendola. «Sento come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un’accusa che cancella la verità storica dei fatti».
Condanna a 3 anni e 4 mesi (la Procura ne chiedeva 8) per l’ex consulente della procura e dirigente Arpa Roberto Primerano, accusato di falso e concorso in disastro ed avvelenamento.
Condanna a 10 mesi (la richiesta era di 2 anni) per don Marco Gerardo, all’epoca segretario del vescovo accusato di favoreggiamento nei confronti di Girolamo Archinà, l’ex potentissimo responsabile delle pubbliche relazioni dell’Ilva.