7 luglio 1960, cinque manifestanti uccisi dalle forze dell’ordine: è l’evento che passa alla storia come la strage di Reggio Emilia.
Oggi il film “Il sole contro” rievoca quella drammatica giornata italiana.
Questi i 5 morti: Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli. Una ventina di feriti. Erano scesi tutti in piazza per partecipare a uno sciopero generale, e furono bersagliati dalla polizia che sparò ad altezza d’uomo provocando la barbara strage. Che ancora oggi non ha colpevoli.
Era il 7 luglio del 1960, teatro di quest’orribile pagina di storia italica l’allora piazza Cavour di Reggio Emilia. Oggi, dopo 55 anni, un documentario ricostruisce i fatti di quel pomeriggio con immagini e materiali inediti d’epoca e attraverso le voci di sopravvissuti e parenti delle vittime.
Il titolo è amaro: “Il sole contro”, dove il sole simboleggia lo Stato – che dovrebbe, e avrebbe dovuto illuminare la vita dei cittadini d’allora e di ora e la verità su quel che accadde.
Il video del regista Giuliano Bugani è stato presentato ieri in anteprima all’Arena Stalloni di Reggio Emilia. Bugani, ex metalmeccanico e sindacalista Fiom con la passione per il documentario, ha potuto realizzare il suo lavoro anche grazie alla produzione della casa editrice Bebèrt e da Indyground film, collettivo nato nel 2013 specializzato nella realizzazione di “progetti audiovisivi di informazione alternativa e documentaristica sociale”.
Un progetto lungo e travagliato, specie nella ricerca dei finanziamenti – strada per la quale a un certo punto autore e produzione hanno deciso di ricorrere a raccolta fondi online e autofinanziamento.
«Abbiamo cominciato a lavorarci nel 2013, facendo le prime interviste per il trailer – racconta il regista Bugani – (…) La svolta è arrivata quando abbiamo scommesso sul crowdfunding: abbiamo trovato molti cittadini e associazioni interessati al progetto che ci hanno dato una grossa mano. Anche l’Istituto Gramsci di Bologna ha contribuito mettendo a disposizione materiale filmico e fotografico inedito».
Qui un estratto del documentario (Fonte Il Fatto Quotidiano)
Ne è venuto fuori un documentario di grande memoria, che ricostruisce l’atmosfera di un’Italia uscita dalla guerra di 15 anni prima e dove da poco si è insediato il governo Tambroni, con l’appoggio decisivo dell’MSI. Qualche settimana prima la scelta della città di Genova (medaglia d’oro per la Resistenza) come sede del congresso del partito neofascista provocò grandi proteste e scontri con la polizia.
Nella stessa Reggio Emilia le manifestazioni di piazza furono particolarmente animate, e videro la partecipazione di centinaia di persone, radunate fuori dalla Sala Verdi della città emiliana.
Il 7 luglio ’60, in pochi minuti, scoppiò il caos. L’arrivo delle camionette della polizia, l’uso di idranti e lacrimogeni fu solo il grottesco corollario ai colpi di mitra e fucile sparati sulla folla ad altezza d’uomo. Rimasero a terra in cinque: alcuni partigiani, tutti con la tessera del Pci in tasca.
Il più vecchio aveva 41 anni, il più giovane – Ovidio Franchi – appena 19: tutta una vita davanti. Stroncata dalla repressione, per colpa di «un omicidio di Stato», come affermato dal segretario della FIOM Maurizio Landini questa sera alla trasmissione radiofonica Zapping.
Una ferita mai sopita, che è doveroso ricordare ancora oggi. Con “Il sole contro”…