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Ecomafie, numeri da paura nel rapporto 2015 di Legambiente

Ecomafie, numeri da paura nel rapporto 2015 di Legambiente

C’è di che aver paura e inquietudine. 29.293 reati accertati per un giro d’affari pari a 22 miliardi di euro sono i numeri del business dell’ecomafia nello scorso anno.

Il 2014 è stato insomma un altro annus horribilis per l’ambiente italiano, già vessato da problematiche croniche legate allo sfruttamento delle risorse e ai vari attentati ecologici perpetrati da inquinatori, clan della malavita e corrotti.

La notizia che balza subito agli occhi è l’ulteriore crescita del business delle ecomafie: a causa della corruzione sono aumentati gli illeciti nei due settori cardine dei rifiuti (+26) e del cemento (+4,3).

Numeri impressionanti anche nell’agroalimentare, che fattura 4,3 miliardi di euro per 7.985 reati e nel racket degli animali, con 7.846 infrazioni.

Quasi 30.000 reati accertati in un anno, circa 80 al giorno, poco meno di 4/ora. In tutto il fatturato criminale è cresciuto di ben 7 miliardi rispetto al 2013, grazie al grande incremento fatto registrare nel settore dell’agroalimentare (4,3 miliardi di euro) che contribuisce in maniera determinante ai 22 miliardi di euro guadagnati dalle ecomafie in tutta la Penisola.

A livello locale, alla Puglia va la maglia nera della regione con più illeciti in verde-nero. Il Lazio resta la prima regione del Centro Italia, la Liguria quella del Nord. Risponde presente anche la Lombardia, al vertice nella classifica delle indagini per corruzione.

Non scherzano le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, la citata Puglia, Calabria e Sicilia): ben metà dei reati contestati – 14.736 – arriva infatti da queste terre già martoriate dalla presenza infestante delle organizzazioni criminali, con 12.732 denunce, 71 arresti e 5.127 sequestri.

Il 2014 è stato quindi un altro anno di lavoro intenso per le Forze dell’Ordine impegnate nella lotta alle ecomafie lungo tutto lo Stivale.

Il solo Corpo Forestale dello Stato, insieme ai corpi regionali, ha portato alla luce come negli scorsi anni il maggior numero di infrazioni: 14.135, più del 48% del totale (con 11.214 denunce, 74 arresti e 3.778 sequestri).

E davvero rimane a dir poco incomprensibile e stupefacente come il governo Renzi sia deciso a smembrare un Corpo come la Forestale così impegnato nella lotta ai reati ambientali e dotato di competenze tecniche altamente specializzate in questa lotta, per fonderlo in un’altra forza di polizia…

Eccelle anche il lavoro svolto dai vari nuclei della Guardia di Finanza, che si imbattono spesso sulla stessa rotta degli ecocriminali inseguendo le piste dei soldi sporchi: la GdF ha accertato 3.027 reati in tutt’Italia, il 10% del totale nazionale, grazie all’alto numero di denunce, 6.131, di sequestri, 3.027, e di arresti, 31.

Qui alcune infografiche del rapporto di Legambiente:

https://www.dropbox.com/sh/tznk04c3t3z73tx/AAAzDiMdv68i1RkZbe9Z57Uva?dl=0

Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, nell’intervista contenuta nel rapporto di Legambiente lancia il campanello d’allarme: «Gli appalti pubblici nel settore dell’ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata».

La speranza di tutti i cittadini è che trovi applicazione il nuovo dettato giuridico sancito dalla legge n. 68 del 22 maggio 2015, che ha finalmente introdotto nel Codice Penale i delitti contro l’ambiente. Affinché le ecomafie e l’ecocriminalità comincino a essere contrastate con tutti i più adeguati strumenti repressivi.

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