ULTIME NEWS
Home > Politica > Ddl Scuola, il Senato ferma l’esame. Renzi e il PD puntano allo sfrondamento
Ddl Scuola, il Senato ferma l’esame. Renzi e il PD puntano allo sfrondamento

Ddl Scuola, il Senato ferma l’esame. Renzi e il PD puntano allo sfrondamento

La maggioranza chiede tempo sul ddl Scuola, ora in commissione Senato. Il PD mira allo sfrondamento degli emendamenti presentati e vuole rinviare. Le opposizioni non ci stanno.

Durante l’ufficio di presidenza la maggioranza, rappresentato dai relatori Francesca Puglisi (PD) e Franco Conte (AP) ha chiesto di rinviare l’esame del provvedimento al prossimo martedì. L’obiettivo è sfrontare gli emendamenti dei gruppi di maggioranza.

In realtà il partito renziano continua a cercare un accordo con la minoranza interna per superare la fase di stallo in cui il provvedimento si trova da qualche settimana, arenatosi a Palazzo Madama dopo l’approvazione della Camera.

Durante la stessa riunione, le opposizioni hanno invece ribadito che non ritireranno gli emendamenti presentati, e dato la loro disponibilità a rispettare il calendario dei lavori deciso in precedenza: quindi lavorare questa sera in notturna, domani e venerdì tutto il giorno.

In serata il presidente della commissione, Andrea Marcuci del PD, deciderà se continuare le votazioni nella seduta delle 20.30 di questa sera oppure rimandare i lavori alla prossima settimana.

SeL e M5S hanno chiesto di anticipare all’esame del ddl il voto sull’ordine del giorno firmato da Walter Tocci (minoranza PD) che impegna il governo a stralciare dal documento la parte relativa all’assunzione dei 100 mila docenti tanto propagandata dall’esecutivo Renzi per poterla inserire in un decreto ad hoc.

Anche la Lega si è fatta sentire, proponendo col resto delle opposizioni di lavorare h24 per «non dare alibi a Renzi per accusare le opposizioni».

Il premier fa quadrato intorno alla posizione del governo sul testo del ddl scuola. In una nota Facebook, Renzi ha detto «O il provvedimento è una sciagura come dice chi protesta. Oppure come pensiamo noi può essere migliorato ma è la prima riforma che dopo decenni mette soldi sulla scuola e dà continuità educativa. Discutiamo, facciamo modifiche ma poi votiamo. Altrimenti saltano gli investimenti».

Una minaccia o una boutade? Renzi sa di giocarsi forse proprio sulla scuola la sopravvivenza del suo governo e, dopo le promesse dei mesi scorsi, è consapevole dei rischi che comporterebbe la mancata assunzione dei 100 mila precari della scuola o, in caso contrario, l’entrata in vigore di una riforma della scuola impopolare e bocciata da studenti, docenti e sindacati.

About Alessandro Liburdi

Lascia un commento