L’Isis è riuscito a occupare il museo di Palmira. È quanto riferito dal direttore del dipartimento dei musei e delle antichità di Damasco. L’incursione è avvenuta ieri pomeriggio.
I jihadisti sono chiusi dentro il museo e sembra che fino al momento non abbiano danneggiato i reperti.
La bandiera nera dello Stato islamico sventola sopra Palmira, la città archeologica della Siria centrale che lo scorso mercoledì è stata conquistata dagli jihadisti dell’Isis.
L’Onu ha condannato l’azione e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini hanno condannato l’azione e condiviso l’iniziativa assunta dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che, dietro spinta dell’Italia, ha disprezzato i barbarici attacchi terroristici dell’Isis in Siria, terminata nella violenta occupazione della città di Palmira: ‘La salvaguardia del patrimonio mondiale dell’umanità deve costituire un elemento centrale nelle iniziative internazionali di pace e l’Italia sta lavorando in sede Unesco per difendere i valori identitari delle nazioni colpite dalla distruzione indiscriminata del proprio patrimonio culturale’. Preoccupazione per la distruzione del patrimonio culturale in Iraq e Siria, di numerosi reperti e siti religiosi da parte dell’Isis.
Crescono nel frattempo i timori per le opportunità di finanziamento di attività terroristiche da parte dell’Isis e gruppi associati con Al Qaida, a seguito del contrabbando dei reperti prelevati da siti archeologici, musei, biblioteche in Iraq e Siria.
Distruzione a colpi di piccone riprese con video di propaganda e vendite sul mercato nero. È questa la fine che rischia di fare in queste ore il museo archeologico di Palmira, uno dei più ricchi al mondo di arte e cultura, in cui l’Isis ha fatto irruzione nel pomeriggio di ieri.
Fondato nel 1961, al suo interno sono raccolti numerosi reperti dall’arte palmirea: statue, sarcofaghi, monete, tessere in terracotta, stucchi e anche i famosi rilievi funerari con il ritratto del defunto.