Oltre dieci minuti di applausi: un’accoglienza calorosa e affettuosissima, quella che ieri il Festival di Cannes ha tributato a Nanni Moretti per la premiere del suo Mia Madre.
Il regista italiano non ha retto l’emozione e si è visibilmente commosso; in lacrime come lui il cast e gran parte del pubblico in sala.
Per Nanni Moretti è la settima partecipazione al Festival di Cannes: la prima volta fu con Ecce Bombo, poi tra le altre l’edizione con la Palma d’Oro per La stanza del figlio e la presidenza di giuria del 2012.
Nella conferenza stampa di presentazione, Moretti ha parlato dell’importanza del suo ultimo film e dei giudizi di valore che gli sono stati dati dalla platea internazionale: «le persone nel mondo vedono il mio film e basta e lo giudicano per quel che è. Non ci sono interferenze come accade in Italia dove oltre al mio film entra in ballo il mio personaggio pubblico, le mie posizioni politiche, le interviste che dò, il tasso di simpatia/antipatia, il calore o la freddezza verso i giornalisti. In Italia ci sono tanti elementi in più quando si vede un mio film, qui è un film e basta».
Mia madre mette in scena la malattia e la scomparsa della madre dei due protagonisti: Giovanni (lo stesso Nanni) e Margherita (Margherita Buy), di mestiere regista in un gioco di rimandi anche personali con la biografia di Moretti.
«C’è molto di me in Margherita, anche se ho sempre pensato come protagonista ad una donna, alla stessa Buy mentre scrivevamo. Giovanni invece è il Nanni che vorrei essere» ha confessato il regista a proposito del film.
«Margherita ha quelle spigolosità, quel nervosismo, quel senso di inadeguatezza, non è accudente, accogliente, brava a tenere insieme tutte le cose, piuttosto fatica, sta sempre da un’altra parte rispetto a dove è in quel momento, pensando con urgenza ad altro».
Moretti ha infine concluso con alcune considerazioni sul senso ultimo di Mia madre: «Questo è un film anche su ciò che resta qui tra noi vivi su questa terra, i libri, gli scatoloni, il latino, i ricordi».
Infine il regista ha speso anche una riflessione sugli altri due autori italiani presenti a Cannes, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino: «sono contento davvero che ci siano in competizione tre film italiani e altri nelle altre sezioni. Però credo che sia il frutto di iniziative singole, di registi, produttori, non tanto di un sistema italiano, di un clima intorno al cinema che invece in Italia è sempre molto distratto sia come fenomeno industriale che come fenomeno artistico».