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In sala da domani 14 maggio, in contemporanea col Festival di Cannes: c’è attesa per Il racconto dei racconti, film di Garrone tratto dall’omonimo libro del 1600 di Giambattista Basile.
La pellicola è una specie di fantasy partenopeo dal forte sapore barocco: nessun tratto anglosassone, piuttosto c’è il gusto della favola italiana e della nobile cultura napoletana, che Garrone ha sapientemente trasposto in immagine.
Per le tre storie del film, c’è infatti una cura ossessiva delle immagini, pochi dialoghi essenziali, location tanto reali quanto fantastiche, effetti speciali volutamente artigianali e qualche irruzione nel cruento e nell’horror.
Importante il cast scelto da Garrone, come si evince dalla prima storia, con una regina (Salma Hayek) e un re di Selvascura (John C. Reilly) tristi. Duelli, avventure, metafore della nascita e della morte si intrecciano.
Nella seconda storia ‘La pulce’ protagonista ancora un re, quello di Altomonte (Toby Jones). Una storia di gelosia verso la figlia Viola (Bebe Cave), il tema della solitudine e della malinconia con alcune scene truculente di sangue e orchi.
Nella terza, La vecchia scorticata – quella che tutti hanno visto come una metafora della chirurgia estetica – ancora un re, come è per la favole. Protagonisti il Re di Roccaforte (Vincent Cassel), la donna Dora (Hayley Carmichael) e la sorella vecchia di questa, Imma (Shirley Henderson), che poi torna giovane (Stacy Martin).
La scena finale a Castel del Monte. Qui nel cortile si ritrovano tutti i protagonisti delle storie mentre, sopra le loro teste un funambolo attraversa su un filo infiammato, lo spazio tra le colonne.
Un film fantasmagorico, insomma: un barocco moderno, sapientemente firmato dalla regia alternativa e raffinata di Matteo Garrone. Che avrà modo di presentarlo in settimana al Festival di Cannes.
