Il Barcellona la finale di Champions League 2014/2015 l’aveva di fatto già conquistata nella gara andata, dove ha abbattuto il Bayern Monaco con un rotondo 3-0. Nel ritorno in Germania sarebbe occorso solamente non sottovalutare l’avversario e continuare a giocare da Barca: missione compiuta, così i ragazzi di Luis Enrique sono i primi a prenotare un volo diretto per Berlino, dove è in programma l’ultimo atto della più importanza competizione europea per club.
Gli uomini di Sep Guardiola si impongono per 3-2, ma non basta per rimontare i tre gol subiti una settimana prima. Cuore e impegno, sì, ma per realizzare l’impresa contro Messi e compagni serve ben altro.
E anche il mister bavarese prende con saggezza la sconfitta: “Abbiamo perso contro la squadra migliore“, sentenzia, ben sapendo che le basi per il dominio che i blaugrana stanno compiendo negli ultimi anni le ha gettate proprio lui, con la conquista di due Champions e la creazione di un gruppo straordinario, pur con un calcio diverso – ma più spettacolare – da quello di oggi. “Mi auguro che il Barca possa vincere la sua quinta Coppa, se la merita”, prosegue ancora, mostrandosi poi poco interessato per chi sarà l’avversario del suo ex club in finale.
Eppure una piccola illusione il Bayern la stava cullando, con quel gol di Benatia che al settimo minuto sembrava riaccendere le speranze dei tifosi tedeschi. Ma di illusione si è trattato, perché gli avversari, con un uno-due targato Neymar, pareggia e ribalta il risultato.
I padroni di casa sanno che, oramai, vincere con quattro gol di scarto è un’impresa quasi impossibile, per cui pensano a salvare la partita e l’onore: ribaltano il risultato nella ripresa grazie alle reti di Lewandowski e Müller e ricevono l’applauso del pubblico sugli spalti accorso per acclamarli.
E’ festa Barca, ma il Bayern gioca con onore e salva la faccia.