Una diagnosi per una frattura al ginocchio ma in realtà era un tumore osseo. Un gravissimo errore medico che per un ventenne è stato l’inizio di un calvario, terminato il 30 ottobre scorso con la morte.
Domenico Natale è stato costretto a vivere gli ultimi mesi su una sedia a rotelle, cercando di lottare contro la malattia che alla fine lo ha portato via, quando, forse, se diagnosticata in tempo poteva essere meglio curata.
Tutto è avvenuto quando due medici della casa di cura “Nuova Itor” hanno guardato le lastre ed hanno diagnosticato un infortunio alla gamba. Il ragazzo aveva sin da subito negato di aver preso colpi giocando a pallone.
I medici ora sono indagati per omicidio colposo.
Il padre del ragazzo, Pino Natale, ha dichiarato al Corriere: “Ho nascosto a mio figlio fin all’ultimo che sarebbe morto perché volevo vederlo sperare. Nonostante l’amputazione, ha combattuto ogni giorno per una vita migliore. I suoi quattro fratelli l’hanno sostenuto durante tutta la terapia”.
Il calvario incomincia nel maggio del 2013 quando un ortopedico visita Domenico e dispone delle radiografie, concludendo che il 20enne ha una semplice frattura al ginocchio, a cui farà seguito una semplice operazione.
L’intervento produce però un effetto devastante, con il tumore che si espande rapidamente e nel mese di giugno i medici si accorgono della presenza di metastasi su tutta la gamba.
Il ragazzo viene trasportato all’ospedale Regina Elena: amputazione della gamba. Giovedì scorso il ragazzo ha finito di soffrire.