Il virus dell’ebola sta diventando in occidente una minaccia temibile ed impossibile da fronteggiare, quasi quanto l’Isis. Secondo i più recenti aggiornamenti, si sarebbero registrati casi di pazienti morti e di nuovi contagi in tutto il continente europeo e negli USA.
Soltanto in Spagna i nuovi presunti pazienti affetti da ebola sarebbero già 7. La maggior parte di loro farebbero parte dello staff medico incaricato di prestare i primi soccorsi ai missionari che avrebbero contratto il virus in Africa ricoverati poi a Madrid.
Il caso 0 spagnolo, quello dell’infermiera ricoverata il 6 ottobre ed ufficialmente dichiarata contagiata dall’ebola, desta particolari preoccupazioni. Innanzitutto la donna avrebbe iniziato ad accusare i malori imputabili al contatto con il virus già il 29 settembre.
Sarebbe trascorso quindi parecchio tempo tra il momento in cui l’ebola ha attecchito sull’organismo della paziente ed il ricovero. Ciò significa che la donna è entrata in contatto con una gran mole di persone che, ovviamente, potrebbero essere state a loro volta contagiate.
Intanto gli USA fanno i conti con lo sgomento; il loro paziente 0, l’eroe che ha contratto il virus dell’ebola per salvare una bambina originaria della Liberia, è morto in Texas, a Dallas. Molte le persone che, entrate in contatto con lui, sono tenute sotto osservazione.
Fra queste a destare particolare preoccupazione sarebbe un sergente dell’esercito, Michael Monning. L’uomo, sospettato di aver contratto l’ebola durante uno dei suoi viaggi nel continente africano, sarebbe anche entrato più volte in contatto con il paziente 0 di Dallas.
Tanto negli USA quanto in Spagna si sarebbero rilevati degli errori nella messa in atto delle procedure di profilassi. L’infermiera spagnola si sarebbe toccata il volto con i guanti usati per assistere i missionari, i medici texani non avrebbero diagnosticato subito il caso di ebola.
Continuano a ronzarci in testa i soliti interrogativi; l’Isis aveva minacciato l’occidente di aggredirlo inoculando il virus dell’ebola. I nuovi casi saranno dovuti a questo o alla scarsa prudenza alle frontiere? All’inefficacia della profilassi o alla mancata informazione?