Renzi a Londra afferma il suo appoggio alla Francia nella sua decisione di non rispettare il vincolo del 3%: nessuno può permettersi di trattare gli altri Paesi come fossero studenti (forse un riferimento alle parole della Merkel che disse che gli Stati devono fare i compiti a casa).
Ma il Premier davanti alla comunità finanziaria della capitale inglese conferma anche che l’Italia rispetterà il parametro 3% e gli obiettivi del 2015; poi aggiunge che l’Italia è tornata e verrà resa straordinaria: le ultime votazioni europee hanno dimostrato che gli italiani vogliono cambiare e questo cambiamento porterà il nostro Paese a diventare un personaggio princiaple dell’economia mondiale.
Prima però è necessario che vengano fatte le riforme, prosegue Renzi a Londra, a cominciare dal mercato del lavoro: sbagliano quei politici che pensano che difendere un sistema creato 40 anni fa possa essere un investimento sul futuro, è solo una difesa del passato. L’attuale codice del lavoro è composto da 2134; l’obiettivo è di cambiarlo entro il prossimo mese.
Cambiare un totem ideologico come l’articolo 18 è necessario e doversoso; le procedure attuali sono molto confuse e questo rappresenta di sicuro un freno alla libertà per chi investe, e questo non è di certo un bene.
La posizione di Renzi sul caso-Francia viene confermata anche con un’intervista alla CNN nella quale il Presidente del Consiglio afferma che il 3% è un parametro vecchio, ma l’Italia lo rispetterà per recuperare un po’ di credibilità; dello stesso avviso è il deputato Fassina (PD) che apprezza lo scatto di autonomia politica e culturale fatto da Hollande e Valls.
Il rapporto tra deficit e Pil dei “cugini d’oltralpe” quest’anno sarà del 4,4%; Fassina dice che bisogna cogliere l’opportunità offerta dalla svolta francese per formare un frone di Paesi che spingano per modificare l’agenda mercantil-liberista imposta dalla Troika che sta trascinando l’eurozona in acque profonde e poco limpide.