L’equinozio d’autunno, oltre a sancire la fine dell’estate (almeno dal punto di vista astronomico, non sempre climaticamente), porta con sé dei cambiamenti che riguardano tutta la Terra. Ciò avviene perché possa iniziare la preparazione graduale all’inverno.
Come ogni anno, il 23 settembre, la Terra ha vissuto un nuovo equinozio d’autunno. Ciò significa che la notte ed il giorno, le ore di buio e quelle di luce, sono state perfettamente ripartite nell’arco della giornata. In sostanza il dì si è accorciato.
La parola, derivante dalla fusione di due termini latini equivalenti ai nostri “uguale, equa” e “notte“, alla luce di questa spiegazione, assume quindi un significato più chiaro. Ma cosa significa l’equinozio d’autunno per la Terra? Quali sono le sue ripercussioni sulla natura?
In primo luogo, è facile accorgersene, dopo l’equinozio il sole tramonterà prima e la notte arriverà con qualche ora d’anticipo. Il Polo Sud invece, dopo aver vissuto tra estate e primavera la sua lunga giornata, passa ora alla sera; l’alternanza tra dì e notte ai poli avviene infatti ogni 6 mesi.
Al Polo Nord la situazione sarà speculare; da oggi in questa parte del mondo inizierà la “fase diurna“. L’equinozio d’autunno allontana la Terra dal Sole. Per questo le giornate dovrebbero anche diventare via via più fredde e la natura entrare in una fase vegetativa.
In questo periodo la natura, e con essa l’uomo, affronta la preparazione all’inverno. Gli alberi e le piante produrranno semi che terranno al riparo fino all’equinozio di primavera, molti animali andranno in letargo, il nostro corpo effettuerà piccoli cambiamenti utili a sopportare il freddo.